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IL RITO

Barca di San Pietro, la tradizione si rinnova

In tutta l’area Oglio Po si è consumata la pratica divinatoria con l’albume nell’acqua. Dopo una notte all’aperto, la lettura degli auspici a seconda della forma delle ‘vele’

Andrea Setti

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asetti@laprovinciacr.it

30 Giugno 2023 - 09:24

Barca di San Pietro, la tradizione si rinnova

CASALMAGGIORE/VIADANA - Ancora una volta la tradizione della Barca di San Pietro ha calamitato l’attenzione e la devozione di tutta l’area Oglio Po. Un rituale fra il sacro e il profano che la notte prima della ricorrenza del principe degli apostoli (ieri) moltissime famiglie praticano per un’antichissima tradizione.

LE ‘VELE’ DELL’ALBUME

La sera prima di coricarsi occorre riempire una caraffa di vetro con acqua per poi depositare all’interno l’albume di un uovo. Finita l’operazione si deve lasciare la caraffa e il relativo contenuto all’esterno per tutta la notte. Il risultato è quello che si può vedere al mattino e cioè la forma che i filamenti dell’albume a bagnomaria hanno preso nel corso dell’immersione notturna. La tradizione le chiama ‘vele’ e a seconda della loro dimensione e armonia possono essere presagio di tempi buoni oppure grami. Una pratica divinatoria che in passato era soprattutto indirizzata a conoscere in anticipo le condizioni del meteo, in grado di favorire oppure di danneggiare il lavoro nei campi. Con il passare degli anni e con il progressivo spopolamento delle zone, tuttavia, oggi chi si affida alla Barca lo fa pensando alla propria famiglia, a questioni di salute, economiche o lavorative.

SAN PIETRO E SAN GIOVANNI

Una singolare consuetudine che segue immediatamente quella della rugiada di San Giovanni, relativa alla sera del 23 giugno che precede la festività del santo. In quel caso la credenza popolare si affianca con decisione alla gastronomia locale con l’immancabile degustazione di tortelli d’erbetta sotto le stelle. Proprio, appunto, per ricevere sul capo la rugiada che annuncia l’evangelista. Non c’è località del Casalasco-Viadanese dove non vengano organizzati appositi momenti conviviali e se la festa non è di piazza lo diventa fra famiglie che si ritrovano nel giardino degli amici. Insomma, anche in un mondo ormai profondamente secolarizzato resistono le tradizioni di quando la vita era regolata dalla religione, dalle stagioni e dalle credenze ad esse associate.

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