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CREMONA

Alticcio, spintona un carabiniere e lancia una bicicletta per strada: obbligo di firma

L'uomo, stamattina alle otto, stava festeggiando un matrimonio in casa di amici. Scattato l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale, è andato a processo per direttissima

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

24 Giugno 2023 - 19:35

Alticcio, spintona un carabiniere e lancia una bicicletta per strada: obbligo di firma

CREMONA - I festeggiamenti in casa di amici per un matrimonio, l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale, il processo per direttissima, il giudice che convalida l’arresto e gli dà l’obbligo di firma. Tutto in una mattinata, oggi. Protagonista degli spintoni a un carabiniere e del lancio di una bicicletta per strada, complici due birre di troppo, è uno straniero, operaio in un’impresa di Cremona, padre di una bimba di tre anni. Intorno alle otto del mattino, in una via del centro città non lontana dal Palazzo di giustizia, una signora ha visto la sua bicicletta appoggiata a un caseggiato dove abitano più famiglie. Le era stata rubata, ha avvisato i carabinieri. La pattuglia è arrivata. In strada c’era un signore. «Sa di chi è la bicicletta?». «Non lo so. Provi a chiedere». I carabinieri hanno citofonato, sono scesi in dieci, tra i quali l’operaio che si è messo a discutere con loro. «Ci fornisca i documenti». L’uomo ha detto solo come si chiamava. «I documenti non li ho». Falso. I documenti erano in casa dell’amico.

La discussione sulla bicicletta è andata avanti un po'. «E’ vecchia, cosa te ne importa...». Il carabiniere gli si è parato di fronte, nel timore che lui, su di giri per i festeggiamenti e forse complice l'alcol, potesse aggredire la signora. L'operaio ha spinto più volte il carabiniere. Non solo. Nel caos, ha afferrato la bicicletta e l’ha lanciata per aria. Nel cestino c’erano due bottiglie di birra vuote. Un atteggiamento «violento» per i carabinieri che lo hanno arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e lo hanno denunciato a piede libero per essersi rifiutato di fornire i documenti.

Mezzogiorno di oggi. L’uomo è stato portato in Tribunale per la «direttissima», la seconda della mattinata. Ha aspettato il suo turno, mentre gli amici lo hanno atteso all’esterno del Palazzo di giustizia, accovacciati sul marciapiede. In aula, il carabiniere ha fatto la relazione, l'indagato, difeso dall’avvocato Giovanni Bertoletti, ha dato la sua versione. Su richiesta del pm onorario, Silvia Manfredi, il giudice ha convalidato l’arresto e ha applicato la misura dell’obbligo di firma. Tre giorni la settimana, l’operaio deve presentarsi in caserma, la Santa Lucia in viale Trento e Trieste. Il processo si terrà a settembre. Due del pomeriggio. Il papà ha riabbracciato la sua bimba fuori dal Tribunale.  

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