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IL SOSTEGNO ALLE IMPRESE

Quattro filiere in provincia, la nuova strategia regionale

La riforma non punta più sulla singola azienda, ma su 35 catene produttive che comprendono 706 soggetti

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

17 Giugno 2023 - 19:32

Quattro filiere in provincia, la nuova strategia regionale

CREMONA - Le filiere economiche cremonesi e cremasche al centro della nuova strategia regionale per le imprese, promossa dalla giunta e presentata dall’assessore allo sviluppo economico Guido Guidesi, affiancato dal governatore Attilio Fontana. La Cosmesi cremasca, capofila Reindustria, il settore agricolo e zootecnico cremonese, capofila il Crit, quello elettrico e nautico, capofila Robby Moto engineering Srl e quello legato all’alimentazione dell’anziano che fa capo alla Camera di commercio.

Sono questi i quattro comparti in provincia di Cremona contenuti nella riforma che non punta più sulla singola impresa, ma appunto su 35 intere filiere, che comprendono 706 tra aziende, università, centri di ricerca e istituti di credito presenti nelle 12 province lombarde. Di queste, l’86% dichiara come obiettivo quello dell’innovazione e della sostenibilità e il 34% ha per oggetto un progetto specifico di sostenibilità ed economia circolare. Mediamente il partenariato si compone di venti soggetti. «Tutti — ha evidenziato Guidesi — fino a poco tempo fa non si parlavano tra di loro, al massimo si incrociavano sul campo scambiandosi beni e servizi, così come bonifici e fatture: oggi invece non solo sono coinvolti in una scelta di sistema che prevede l’individuazione di percorsi di medio-lungo termine, ma dichiarano la volontà di collaborazione tra le diverse filiere».

Guido Guidesi


È proprio partendo da questo principio cardine che la Regione ha chiamato a raccolta alcuni tra i principali portato di interesse (stakeholder) lombardi a cui ha presentato la nuova strategia di sostegno alle imprese; un percorso iniziato in realtà già un anno fa con l’intuizione di Guidesi, regista dell’operazione, e che si è concretizzato appunto con l’incontro avvenuto nei giorni scorsi a palazzo Lombardia dove si è specificato nel dettaglio il percorso strutturale che ha in mente la Regione. Di cosa si tratta nello specifico? Del sostegno strategico e concreto agli ecosistemi e alle filiere, un nuovo percorso spiegato così dall’assessore: «Siamo convinti che una pianificazione strategica settoriale ci consentirà di anticipare i tempi e di certificare le nostre leadership. Capofila, fornitori, università, centri di innovazione insieme verso il futuro con il sostegno di Regione».


In effetti le filiere possono essere una risposta alla sempre maggiore complessità di questo momento storico e stimolare nuovi modi di fare la manifattura. Una ricetta per rendere le filiere ancora più competitive, inoltre, sarebbe quella di fare in modo che queste interconnessioni fra imprese si sviluppassero in collaborazione con tutti gli attori strategici del territorio, come centri di ricerca, enti di formazione, intermediari finanziari, associazioni e altri player, ed è proprio su questa strada che la Lombardia sta puntando. Una strategia di politica industriale a carattere europeista in quanto il percorso e tutto il lavoro fatto e che si continuerà a fare sono figlie di un indirizzo adottato a Bruxelles dal commissario Thierry Breton che ha scelto 14 eco-sistemi strategici su cui concentrare l’azione.


La Lombardia ha aggiunto alla ricetta europea un grado di flessibilità, lasciando libertà agli imprenditori di manifestare i propri progetti anche al di là dei settori ‘privilegiati’ dall’Europa. Una visione precisa che è partita con una manifestazione di interesse per supportare appunto il rafforzamento, la resilienza e la competitività delle filiere produttive e di servizi e degli ecosistemi industriali, produttivi ed economici del proprio territorio e poi sviluppata con misure specifiche a supporto.


«Di strumenti — ha concluso l’esponente della giunta Fontana — se ne aggiungeranno di ulteriori nei prossimi mesi grazie a un lavoro sinergico con gli altri assessorati, in una logica di sistema che testimonia quanto la Lombardia su questo progetto si voglia giocare tutte le sue carte nella sfida verso il futuro: questa situazione era quasi impensabile fino a qualche mese fa. Ora, grazie a un cambio di mentalità decisivo, portiamo la Lombardia nel suo habitat naturale, quello europeo. Il tempo dirà se anche in questo caso il sistema lombardo ha colto prima degli altri le sfide del futuro, intanto le imprese, tante, dimostrano curiosità e grande interesse».

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