Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

LE NUOVE CURE TERRITORIALI

Casa di Comunità: sarà così, sanità più vicina ai cittadini

Al via i lavori edifico A del complesso di via San Sebastiano: entrata a regime entro l’estate 2024. Fianco a fianco medici di base e specialisti. Al secondo piano si insedierà Neuropsichiatria infantile

Riccardo Maruti

Email:

rmaruti@laprovinciacr.it

30 Maggio 2023 - 05:00

Casa di Comunità: sarà così, sanità più vicina ai cittadini

Roberto Poli, Maria Chiara Ubezio, Paola Mosa, Valentina Brunelli, Roberto Feltroni e Nadia Poli

CREMONA - «Sarà bellissima», esclama la direttrice socio-sanitaria dell’Asst, Paola Mosa, con gli occhi puntati sul corpo dell’edifico A del complesso di via San Sebastiano. Nel grembo dell’immobile a tre piani, che si sviluppa su una superficie complessiva di quasi 4mila metri quadrati, sta già prendendo vita la Casa di Comunità di Cremona, struttura polivalente che diventerà il punto di connessione tra ospedale e territorio con il compito di rafforzare l’integrazione tra interventi sanitari e sociali. Insomma: la terza dimensione del sistema della salute, destinata a dare profondità all’attuale struttura ortogonale che combina la base della Medicina di famiglia con l’altezza delle specialità ospedaliere. Nell’ormai ex edificio A troveranno casa le cure primarie e l’ex guardia medica, gli ambulatori specialistici, le attività consultoriali, l’area dei programmi di prevenzione e promozione della salute e la rete dei servizi sociali.


La trasformazione strutturale prenderà il via entro l’inizio dell’estate e richiederà circa un anno di lavori per una spesa di 2 milioni, finanziata attraverso i fondi dedicati del Pnrr e le risorse regionali indirizzate alla riqualificazione degli spazi della Neuropsichiatria infantile, che si stabilirà al secondo piano della palazzina di via san Sebastiano dopo il trasloco dall’attuale sede di via Santa Maria in Betlem. «Stiamo perfezionando il contratto con l’impresa e il cantiere partirà nel giro di poche settimane — annuncia Roberto Feltroni, referente dell’Ufficio strutture dell’Asst —. Gli interventi in programma comprendono il rifacimento dell’ingresso, dei pavimenti e dei soffitti, la sostituzione dell’impianto elettrico e della rete dati e l’integrazione del sistema termico con un impianto a tutt’aria, con la conseguente rimozione dei condizionatori esterni. Inoltre verrà ricavato un terzo ingresso, riservato alla continuità assistenziale».


In attesa della riqualificazione dell’edificio, i primi avamposti della futura Casa di Comunità sono già in funzione. La direttrice Mosa veleggia tra i corridoi su cui si spalancano i vari ambienti e dà un nome e una funzione a ogni singolo spazio. Appena oltre le porte scorrevoli, sul lato sinistro, sono affaccendate le responsabili del Punto Unico d’Accesso: «Questo è lo sportello polifunzionale che si occupa dell’accoglienza e della presa in carico delle domande», spiega Mosa. Buona parte dei locali che occupano il piano terra, invece, «sarà occupata dagli ambulatori, sia quelli dei medici di famiglia e dei pediatri che quelli degli specialisti — prosegue la direttrice —. Qui lavoreranno in sinergia chirurghi, cardiologi, oncologi, pneumologi, palliativisti, psichiatri, psicologi e altri professionisti».

Compresi i geriatri, i primi ad essersi insediati nella CdC: «Siamo pienamente operativi — dice la responsabile del settore, Maria Chiara Ubezio —. La nostra attività si concentra anzitutto sull’attivazione dell’assistenza domiciliare attraverso un lavoro d’équipe». Nel modello organizzativo e di servizio che promuove l’assistenza di prossimità giocano un ruolo da protagonisti gli infermieri di famiglia: per molti di loro la sede di via San Sebastiano è già una seconda casa. «La svolta impressa al sistema socio-sanitario richiede una stretta relazione fra infermieri e assistenti sociali, nella loro capacità di presa in carico delle persone su livelli multidimensionali— dichiara Nadia Poli, direttrice delle Professioni sanitarie dell’Asst —. Il percorso inizia con la valutazione a cura di infermieri esperti in case management, chiamati a interfacciarsi con gli assistiti e i caregiver».

Nelle sue numerose ramificazioni potenziali, il percorso tocca anche i temi delle salute mentale e delle dipendenze: «Per il nostro dipartimento — osserva il direttore Roberto Poli — è essenziale essere in stretta comunicazione con i servizi ospitati all’interno della Casa di Comunità, in particolare con l’area delle Cure primarie». Un concetto ribadito da Valentina Brunelli, direttore del Distretto Cremonese che troverà collocazione al primo piano della palazzina, insieme agli uffici amministrativi: «Fatte salve le specifiche responsabilità di ciascun servizio, la nostra missione è focalizzata sul rafforzamento delle relazioni e sull’integrazione delle offerte». In parallelo procede il piano incrementale di potenziamento dell’organico della Casa di Comunità: alle 44 figure professionali implementate nell’arco del 2022, entro la fine dell’anno se ne affiancheranno altre 15.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400