L'ANALISI
29 Maggio 2023 - 17:24
Un frame estrapolato dalle telecamere di videosorveglianza
CREMONA - Il 13 dicembre scorso, dal campo nomadi di Limbiate partirono per Cremona. Destinazione: il parcheggio sotterraneo del Cremona Po. Qui Jenchi Guarda, 47 anni, pregiudicato e Nicola Renati, 22, misero gli occhi sulla preda: una signora quasi ottantenne che stava raggiungendo l’auto, spingendo il carrello della spesa fatta all’Ipercoop. Portava la borsa a tracolla. I banditi gliela strapparono, lei cadde a terra. L’anziana rischiò di morire di crepacuore, rimasta per ore paralizzata nella sua auto, in preda alla sindrome di Takotsubo, cardiomiopatia da stress. Così la trovò sua figlia.
Oggi sono arrivate le pesanti condanne (processo in abbreviato, rito che prevede lo sconto di un terzo sulla pena finale). Il gup ha inflitto 6 anni di reclusione a Jenchi Guarda (il pm aveva chiesto 3 anni e 8 mesi) e 4 anni e 8 mesi a Nicolas Renati (il pm aveva chiesto 2 anni e 8 mesi). Tre le accuse. C’è il furto della borsa con dentro circa 600 euro in contanti, la carta bancomat, il telefonino e le chiavi di casa. Ci sono le lesioni causate all’anziana: gli ematomi alla spalla, alla mano, al gomito e al ginocchio e la miocardite da stress. E c’è l’utilizzo indebito della carta bancomat, con la quale i due nomadi fecero 15 acquisti e prelevarono denaro tra le province di Lodi, Milano e Monza Brianza. La vittima si era costituita parte civile con l’avvocato Marco Soldi.
I nomadi sono in carcere dallo scorso dicembre, arrestati dalla Squadra Mobile al culmine di una indagine partita dalla denuncia della vittima, trovata dalla figlia piena di dolori e sotto shock nel parcheggio, poi ricoverata nella Terapia intensiva cardiologica dell’ospedale Maggiore per la cardiomiopatia da stress. Agli investigatori, la signora raccontò di essere «precisa e metodica». Per abitudine, si leva la la borsa a tracolla solo dopo essere salita in auto. Lo fece anche quel giorno. Stava caricando la spesa nel baule, quando fu aggredita e scippata.
I poliziotti del commissario capo, Marco Masia, hanno lavorato sulle telecamere di videosorveglianza del centro commerciale. I filmati raccontano che alle 13.21, l’anziana pagò la spesa alla cassa. Cinque minuti dopo, imboccò la scala mobile che porta al parcheggio sotterraneo. Un uomo la seguiva.
Nel parcheggio, la ‘preda’ prese una direzione, andò verso la sua Fiat Panda, il bandito ne prese un’altra. «Ma si nota chiaramente che l’uomo la seguiva con lo sguardo mentre si dirigeva verso la propria vettura», scrisse il gip.
Il bandito fu ripreso da un’altra videocamera mentre raggiungeva un’auto di colore grigio parcheggiata non molto distante da quella della vittima. L’auto fece una manovra. Chi la guidava, indossava un maglione bianco. La telecamera fece una rotazione in automatico. L’aggressione non fu immortalata, ma quella macchina poi lasciò il parcheggio per l’uscita e fuggì.
Gli inquirenti risalirono alla vettura: una Toyota Yaris con sei cerchi in lega e degli inserti nel paraurti, intestata a Jennifer Renati, la convivente di Guarda. Al centro commerciale, cambiarono la targa con una clonata, intestata a un uomo siciliano di Paternò, incensurato. Un colpo preparato. Prima che la carta bancomat venisse bloccata, i criminali se la spassarono con i soldi dell’anziana. Gli investigatori hanno ricostruito spostamenti, acquisti e prelievi. I banditi restano in carcere.
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