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IL BIOMETANO DELLE POLEMICHE

‘Via’ già presentata: Laghetto per l’acqua e 544 nuovi alberi

Fonte energetica strategica: in Italia sostituirà il 9% delle importazioni di gas. L’opposizione unita: «Quale transizione energetica se sarà attivo solamente per 15 anni?»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

25 Maggio 2023 - 05:20

‘Via’ già presentata: Laghetto per l’acqua e 544 nuovi alberi

CREMONA - Il giorno dopo la Commissione di Vigilanza di martedì, in cui Paolo Soldani, responsabile Sviluppo Bioenergie A2A Ambiente, Silvano Scarano, responsabile Ingegneria Bioenergie Agripower e Pierlorenzo Monterisi, responsabile Coordinamento e sviluppo impianti Agripower, hanno rassicurato sull’impatto dell’impianto di biometano delle polemiche, emergono nuovi dettagli sul progetto. Un’ipotesi per la quale A2A, come annunciato a fine marzo, ha presentato il 7 aprile la richiesta di Valutazione di impatto ambientale (Via).

Ed è in attesa della convocazione della conferenza dei servizi da parte della Provincia per portare avanti il suo progetto che, nei piani della multiutility che ha assorbito Lgh, dovrebbe entrare in funzione nel 2025. Durante la Commissione di Vigilanza è stato spiegato che «grazie al nuovo impianto sarà possibile produrre 3,5 milioni di metri cubi all’anno di biometano, una risorsa preziosa da mettere a disposizione del territorio secondo i principi dell’economia circolare, recuperando biomasse vegetali, reflui zootecnici e sottoprodotti di origine agroindustriali (l’impianto non sarebbe autorizzato per l’utilizzo di rifiuti). Il biometano generato verrà immesso nella rete gas e potrà soddisfare il fabbisogno annuo di circa 3mila famiglie, evitando l’utilizzo di combustibili fossili».

I tecnici di A2A hanno spiegato anche che «grande attenzione è stata posta al concept architettonico dell’impianto affinché risulti inserito in modo armonico nel territorio. Nello specifico, il progetto prevede la piantumazione di 544 alberi e 960 arbusti di specie autoctone, con una superficie complessiva interessata da aree verdi pari a 17.300 metri quadri. «In un’ottica di tutela della risorsa idrica, l’impianto è progettato in modo da riutilizzare i liquidi. Si prevede anche il riutilizzo delle acque meteoriche ricadenti sulle coperture. L’impianto verrà equipaggiato con un laghetto per la raccolta delle acque piovane (analogo ai budri esistenti nell’area) e il consumo idrico sarà molto contenuto».


Per quanto riguarda le preoccupazioni dei residenti su traffico e odori, secondo A2A, «il flusso dei mezzi per il trasporto delle matrici in ingresso sarà molto limitato. La media annuale dei mezzi che transiteranno giornalmente nell’impianto sarà inferiore alle 20 unità». E «tutte le attività potenzialmente odorigene saranno svolte in aree chiuse e dotate di sistema di aspirazione aria dedicato. L’aria aspirata sarà inviata al sistema di depurazione e trattamento costituito da scrubber e biofiltro».

I tecnici della società hanno sottolineato il valore strategico della produzione di questa fonte energetica, realizzata azzerando le emissioni di CO2: «Secondo uno studio di A2A e The European House-Ambrosetti presentato all’edizione 2022 del Forum di Cernobbio, la valorizzazione del biometano nel Paese può attivare circa 6,3 miliardi di metri cubi — generati al 90% da bioenergie e al 10% dalla raccolta dell’umido — pari al doppio della produzione nazionale. Un quantitativo che soddisferebbe l’8% del consumo nazionale e sostituirebbe da solo, il 9% delle importazioni e, in particolare, il 22% delle importazioni dalla Russia. E nella produzione l’impianto di Cremona «garantirà l’azzeramento delle emissioni di CO2 rispetto all’utilizzo della fonte fossile per produrre la medesima quantità di energia, complessivamente pari a 9mila tonnellate di CO2 risparmiate all’anno».

L'OPPOSIZIONE: «CHIEDIAMO RISPOSTE»

Dopo la Commissione di Vigilanza dell’altro ieri in cui A2A ha spiegato le caratteristiche dell’impianto di biometano progettato in zona San Rocco, l’opposizione torna all’attacco. E lo fa con una nota firmata unitariamente dai gruppi consiliari di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Movimento 5 Stelle: «Questa opera mette in gioco una parte importante del futuro della nostra città per i prossimi anni, questo ci impone di porre fin da subito delle domande, a cui noi tutti come cittadini, prima ancora che come forze politiche, abbiamo il diritto di avere risposte chiare e convincenti. Purtroppo, già nel corso del dibattito in Consiglio comunale in cui abbiamo avanzato la richiesta di analizzare pubblicamente con i cittadini e le associazioni interessate gli aspetti connessi alla realizzazione di questa opera, l’amministrazione si è detta indisponibile ad un confronto partecipato».

«Nel frattempo, gli organi preposti all’istruttoria tecnica del progetto hanno evidenziato una serie di criticità significative. In particolare il settore ambiente della Provincia ha ribadito più volte nel suo parere l’inopportunità di realizzare un nuovo impianto nel comparto. Si tratta di problematiche difficilmente risolvibili. Per questo, anche alla luce del dibattito in Commissione di Vigilanza, chiediamo che vengano fornite risposte chiare e vengano assunti impegni concreti nel rispetto dei cittadini cremonesi».

Tre le questioni poste dalla minoranza: «L’impianto avrà una vita di 15 anni (in linea con la durata degli incentivi Pnrr per la sua realizzazione): come si realizza quindi la transizione energetica nel lungo periodo che ci viene raccontata? E che ne sarà dopo 15 anni?». E poi: «Questo impianto porterà nella zona interessata un aumento considerevole di traffico pesante: non abbiamo avuto risposte in merito alle opere previste per sostenere questo traffico, soprattutto in prossimità dell’impianto dove le strade sono per altro sottodimensionate».

E infine, «come più volte sottolineato da interventi autorevoli, rimane una grossa perplessità sulla zona individuata per la dislocazione dell’opera. Nell’area sono già presenti diversi altri impianti che, sia singolarmente e ancora di più nel loro complesso hanno un impatto significativo dal punto di vista ambientale e paesaggistico: come si giustifica quindi la necessità di localizzare anche questo impianto in questa zona, dove peraltro non sono presenti una concentrazione sufficiente di aziende agricole che possano sostenere l’alimentazione dell’impianto?».

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