L'ANALISI
07 Maggio 2023 - 19:58
I rapper Neima Ezza e Rondodasosa
CREMONA - Non si placa la polemica sul concerto dei rapper Rondo Da Sosa nome d’arte del 20enne Mattia Barbieri - il rapper milanese arrestato nel 2022 a San Siro per resistenza a pubblico ufficiale dopo un controllo della polizia -, e Neima Ezza, vero nome Amine Ez Zaaraoui, indagato per una serie di rapine. Il doppio live programmato per il prossimo 2 settembre dal Tanta Robba festival ha ricevuto il patrocinio del Comune e proprio per il profilo dei due artisti a insorgere sono stati, nei giorni scorsi, Simona Sommi, capogruppo della Lega in consiglio comunale e il coordinatore della Lega Giovani Cremona, Filippo Raglio.
Ora a intervenire sul contestato concerto è Francesca Gazzina, responsabile provinciale Dipartimento Pari Opportunità, Famiglia e Valori non negoziabili, Fratelli d’Italia. «Ho analizzato, perché mi sta molto a cuore, la questione degli ospiti sul palco del Tanta Robba Festival — scrive —. Mi sono permessa di fare quest’analisi non tanto perché le mie conclusioni debbano essere determinanti per la questione, non lo penso in assoluto, ma essendo a conoscenza di tanti fatti che si intrecciano nella nostra Provincia, volevo darne una lettura più possibile completa e condividere queste mie riflessioni».
«Sul nostro territorio, e principalmente nel comune di Cremona, assolutamente in linea con la realtà italiana, il tessuto socio culturale giovanile continua ad evidenziare un distaccamento sempre più importante da quello che viene definito un ‘modello comportamentale giovanile positivo’, quindi si ha un sempre più crescente abbandono precoce dell’ambiente scolastico, un impoverimento educativo, nascono aggregazioni in bande aggressive, bullismo, cyberbullismo, violenza di genere, comportamenti esaltati nei testi e in parte nei comportamenti dagli artisti che verranno ospitati durante il festival e che vengono giustificati, da chi non ha il coraggio di usare discernimento, come mezzo per il riscatto sociale, che per questi ultimi non deve più passare per il buon comportamento, ma deve essere partorito semplicemente dal successo del pubblico» prosegue Gazzina.
«La cosa che più mi sorprende è, però, la totale mancanza di voce, o di risuono, di tutta quella straordinaria forza umana che ogni giorno cerca di attuare la buona politica sociale programmata dagli assessorati competenti, che investono milioni di euro dei bilanci delle amministrazioni: solo per le politiche giovanili la nostra amministrazione ha messo a bilancio 2 Milioni e 700mila euro, oltre ai 10 milioni per il diritto allo studio, che si sommano alla disponibilità di parte dei 31 Milioni di previsione di spesa per i diritti sociali, politiche sociali e famiglia), proprio per cambiare rotta alla problematicità sociale giovanile e al disagio, con decine e decine di progetti atti a contrastare tutti questi fenomeni. Progetti patrocinati dallo stesso Comune di Cremona, ad esempio, che vedono attivi uffici, agenzie di servizi, cooperative, scuole, oratori, associazioni sportive, migliaia di operatori quindi, tutti impegnati a dare un senso costruttivo e non distruttivo della società e al futuro dei giovani, con esempi di partecipazione positiva».
«Per quanto riguarda quindi il fatto della presenza di questi cantanti sul palco del Tanta robba, non vorrei mai che venissero zittiti perché attraverso la loro musica esprimono le loro idee di società o le loro ricette di vita, mi aspetto invece che in nome del lavoro di migliaia di persone impegnate quotidianamente ad accompagnare ed assistere le numerose famiglie e ragazzi che vivono il disagio sociale ed educativo e al giustificato e necessario investimento economico, si prendessero ufficialmente le distanze da questo modello, anche togliendo il patrocinio del Comune, ma non per punire qualcuno, ma come atto di ragione per sostenere chi nella buona battaglia crede e sempre si impegna. Sarebbe un gesto coerente, chiaro e di sostegno da parte dell’amministrazione alle tante famiglie in difficoltà o semplicemente attente all’educazione dei propri figli con esempi positivi», conclude Gazzina.
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