L'ANALISI
07 Maggio 2023 - 10:22
Il 'Comandante Alfa' con Paolo Gualandris
CASALBUTTANO - Guai a definirlo un eroe: «Lo permetto solo ai miei figli di chiamarmi così perché i veri eroi sono i nostri carabinieri che stanno giorno e sera per strada». Lui è il luogotenente dell’Arma ‘Antonio X’. Un cognome all’anagrafe ce l’ha, ma per ovvie ragioni legate alla sua incolumità non può usarlo per qualificarsi. Si fa quindi chiamare con l’appellativo di Comandante Alfa, militare della Benemerita più decorato d’Italia e famoso anche all’estero per aver fondato con altri colleghi nel 1977 il GIS (‘Gruppo di intervento speciale’), protagonista di una grande lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo. Ieri sera, ospite del Lions Club guidato da Aldo Nassano, è intervenuto al teatro Bellini dove, intervistato dal direttore de La Provincia Paolo Gualandris, ha raccontato con una lunga serie di aneddoti la sua vita di servitore dello Stato nato e cresciuto a Castelvetrano.
E’ stata anche l’occasione per presentare il suo ultimo libro ‘Parola d’ordine: proteggere’, uno dei tanti che ha scritto per raccogliere fondi che devolve sempre in beneficenza, soprattutto agli ospedali che curano i bambini malati di tumore. Porta la mimetica anche se, avendo superato la settantina è in congedo ed è sempre mascherato dal passamontagna che è costretto a portare ancora perché durante la sua lunga carriera qualche nemico se l’è fatto e gira con la scorta. Ha lanciato iniezioni di ottimismo rispondendo alle domande del direttore nate proprio dalla curiosità suscitata dalla pubblicazione.
Come quella sull’impresa più difficile che ha portato a termine: «E’ stata la liberazione di Cesare Casella, ci siamo sostituiti a chi doveva portare i soldi del riscatto e i rapitori ci lasciavano dei pizzini sull’itinerario da seguire, il rischio che potessero ucciderlo è stato altissimo». Gli hanno chiesto se ha dei rimpianti: «Ne ho due – ha risposto l’ex militare – uno personale, che è quello di non aver dedicato tanto tempo ai miei figli e l’altro operativo: mi è dispiaciuto molto non essere stato io a mettere le manette a Matteo Messina Denaro».
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