L'ANALISI
03 Maggio 2023 - 05:00
CREMONA - Per il terzo mese consecutivo sono calati gli infortuni sul lavoro, ma anche in questo Primo Maggio le cronache lombarde hanno riferito di un operaio rimasto gravemente ferito: in una ditta di Besana Brianza, in provincia di Monza. La guardia, dunque, non può e non deve essere abbassata. Lo sottolinea, ancora una volta, Dino Perboni, segretario generale Cisl Asse del Po, nel commentare l’ultimo report dell’Inail.
Se a gennaio e febbraio le denunce di infortunio nella nostra provincia erano calate del 23% rispetto all’anno scorso, a marzo si registra una ulteriore riduzione pari al 17,6%: da 501 a 450 infortuni, con un calo di 51 casi mensili. E il decremento è ancora più evidente se si analizza il primo trimestre: 1.457 infortuni da gennaio a marzo 2022 e 1.200 nello stesso periodo di quest’anno (257 eventi in meno, un calo del 17,1%). «Se questa riduzione degli infortuni è un segnale positivo – commenta Perboni –, va però registrato che le percentuali sono ben al di sotto della media sia nazionale, che si attesta a -25,5%, sia lombarda, dove la riduzione è stata del 26,4%».
Gli incidenti sul lavoro restano in media 400 al mese, vale a dire 13 al giorno. E i settori più interessati sono industria, costruzioni, trasporti e magazzini, agricoltura, artigianato e socio-sanitario. A marzo, fortunatamente, non sono stati registrati eventi mortali in provincia, ma nel primo trimestre 2023 se ne contano già quattro (34 in tutta la Lombardia) mentre nel 2022 erano stati la metà. A preoccupare è anche l’incremento delle malattie professionali: 18 denunce mensili contro i 17 casi di un anno fa, pari al +5,9%. E nel periodo gennaio-marzo sono stati registrati complessivamente 38 casi, contro i 36 dello stesso periodo del 2022 (+5,6%).
«I dati Inail sottolineano che in tema di salute e sicurezza c’è ancora molto da fare – spiega Perboni –. Anche se a marzo gli infortuni sono calati, restano molto alti. Così come alte sono le malattie professionali, che stanno crescendo in modo significativo. Tali andamenti sono la prova del fatto che la sicurezza e la salute dei lavoratori devono essere la priorità in tutti i posti di lavoro, e che non si deve allentare minimamente l’attenzione né l’impegno a perseguire i seguenti obiettivi: rafforzare gli ispettori dell’Ats e dell’Itl in modo da avere più controlli e sanzioni per chi non rispetta la legge; premiare le aziende che fanno della salute e sicurezza un primato per i propri dipendenti, introducendo la patente a punti che premi tali ditte e che penalizzi invece quelle irrispettose, attraverso l’esclusione perpetua dal sistema degli appalti pubblici e privati».
Ma secondo Perboni è anche fondamentale accrescere informazione e formazione, oltre alla prevenzione in tutti i posti di lavoro: «Per accrescere la cultura della salute e della sicurezza prima dell’ingresso nel mondo del lavoro – dice –, vanno resi strutturali, nel ciclo scolastico delle scuole superiori, percorsi formativi sulla salute e sicurezza. Tutte queste azioni sono necessarie sia per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori, ma anche contro l’illegalità, che rende i luoghi di lavoro permeabili alle infiltrazioni criminose e malavitose».
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