L'ANALISI
28 Aprile 2023 - 09:59
Il sindaco Marco Pasquali e Piazza Ducale a Sabbioneta
SABBIONETA - «Contrordine compagni», così si divertiva Giovannino Guareschi nel dipingere le giravolte dei comunisti trinariciuti che descriveva con così tanta ironia. Oggi i tempi sono cambiati ma, evidentemente, non le contraddittorie decisioni di chi fa politica e, in un caso come questo, amministra una città patrimonio dell’Unesco. Ebbene sì, perché ad appena poche settimane dall’uscita dal Gal Oglio Po (la delibera era del 22 marzo 2023) per entrare in quello concorrente, Terre del Po, ieri la giunta guidata dal sindaco Marco Pasquali ha fatto dietrofront. «Rientriamo nel Gal Oglio Po. Ma a malincuore», questo in sintesi il nocciolo del discorso a sostegno della delibera che suggella il ritorno all’ovile. Una vicenda che sembra avere dell’incredibile, soprattutto se si pensa che, appunto, l’amministrazione Pasquali regge un Comune molto importante ed esposto mediaticamente. Un colpo alla credibilità che si immagina duro da digerire.
Nella delibera di Giunta di ieri (la numero 84 emanata a mezzogiorno) si legge: «Se il Comune di Sabbioneta perseverasse nella propria scelta (quella di restare nel Terre del Po, ndr), si aprirebbe con tutta probabilità una fase di contenzione pregiudizievole per tutti i soggetti coinvolti e per il territorio, oltre che per l’intera Programmazione regionale di settore che sarebbe paralizzata dalla pendenza di ricorsi, conseguenza comunque mai voluta dal Comune nel momento in cui ha inteso ‘esprimere proprie diverse volontà strategiche’». In pratica, l’amministrazione Pasquali si è accorta che l’uscita dal Gal Oglio Po avrebbe causato contenziosi difficile da gestire. Una situazione paradossale che eventualmente doveva essere prevista prima di uscire.
Ma c’è di più. Nella stessa delibera si sottolinea che «l’inclusione del Comune di Sabbioneta tanto nel partenariato promosso dal Gal Terre del Po, cui Sabbioneta vorrebbe (...) partecipare, che nella strategia del Gal Oglio Po da cui Sabbioneta non verrebbe esclusa alla luce delle previsioni statutarie vigenti, determinerebbe esclusione dal finanziamento di entrambi i soggetti proponenti e quindi del nostro intero territorio». Insomma, il rischio concreto è quello di rimanere a becco asciutto sia con uno schieramento che con un altro, con i quattrini regionali che andrebbero a beneficio delle altre municipalità del territorio. Il ritorno nel Gal Oglio Po avviene, dunque, «in nome di un preminente senso di responsabilità, in primis verso i cittadini e verso il territorio».
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