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CREMONA

Nuovo ospedale, arrivati già 40 progetti dai big dell'architettura mondiale

Il dg Rossi: "La nostra sfida è un unicum, non dobbiamo costruire una struttura su un modello esistente, ma mettiamo a gara un'idea nuova di ospedale"

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

21 Aprile 2023 - 05:25

Nuovo ospedale, presentati già 40 progetti da tutto il mondo

Maurizio Bracchi e Giuseppe Rossi

CREMONA - Sono già circa 40 le candidature arrivate in largo Priori da tutto il mondo per prendere parte al concorso internazionale per la progettazione del nuovo ospedale di Cremona. Si tratta di grandi studi che devono avere caratteristiche ben precise, fra cui un fatturato per servizi di ingegneria e architettura di almeno 22 milioni nei migliori cinque degli ultimi sette; aver preso parte e avere già vinto concorsi internazionali di progettazione e avere un team composto da nove professionisti diversi, fra cui un paesaggista, uno specialista in antisismica, un geologo. Lo hanno spiegato il direttore generale dell’Asst Giuseppe Rossi e Maurizio Bracchi, direttore dipartimento innovazione, sostenibilità e aree di sviluppo strategico.

«La nostra sfida — ha sottolineato Rossi — è un unicum nel mondo: non dobbiamo, infatti, costruire un ospedale su un modello esistente, ma mettiamo a gara un’idea nuova di ospedale». «La pandemia infatti — ha aggiunto Bracchi — ha segnato una cesura storica anche nella storia dei modelli ospedalieri. E noi riteniamo che sia arrivato il momento di innovare la concezione con cui si costruiscono gli ospedali». Parte quindi da Cremona una sfida che interrogherà la sanità di tutto il mondo: come ripensare l’ospedale dopo il Covid. I progettisti che a ottobre, al termine del percorso concorsuale, si aggiudicheranno la commessa, dovranno seguire precise linee guida dettate dall’Asst in un corposo «Documento di indirizzo della progettazione».

Al primo posto fra le caratteristiche che dovrà avere il nuovo modello c’è la flessibilità degli spazi: «Durante la pandemia — ha sottolineato Rossi — ci siamo scontrati con la rigidità della struttura attuale. Poi la tecnologia, ma non quella attuale. Il nuovo ospedale dovrà essere pronto per quella che potrà essere disponibile fra 7 od 8 anni, «l’arco di tempo in cui lo costruiremo», ha spiegato Bracchi. E poi la sostenibilità, «puntiamo ad una impronta ecologica pari a zero», e la connessione con il territorio. «Grazie alla dorsale tecnologica, l’ospedale dovrà essere fortemente interconnesso con le residenze dei pazienti. In questo modo i ricoveri avverranno solo in casi specifici». E qui il dg Rossi ha spiegato che «esistono già negli Usa ospedali con centinaia di medici che seguono migliaia di pazienti ma non hanno nemmeno un posto letto».

La nuova struttura, invece, di posti letto ne avrà 554, tutti in camera singola. A questi se ne sommeranno altri 80 dislocati sul territorio, fra ospedali di comunità e assistenza domiciliare. «Del resto — ha spiegato Rossi — già durante la pandemia i nostri team facevano la chemio ai pazienti oncologici a domicilio. E la tecnologia oggi permette sia di regolare a distanza una pompa di infusione sia il monitoraggio». In ospedale le camere singole saranno tutte a pressione negativa e positiva, concepite cioè per evitare la diffusione di agenti patogeni. «In questo modo — ha aggiunto Bracchi — non sarà neanche necessario dividere i degenti per reparto, ma saranno le équipe a muoversi».

Per quanto riguarda i tempi, l’appalto è previsto per il 2025 e la costruzione dovrebbe durare 4 o 5 anni. E dunque sarà pronto entro il 2030. Il budget è di 330 milioni, «molto consistente», ha sottolineato Rossi. E Bracchi ha aggiunto che l’impatto degli aumenti di energia e materiali sarà verificato nella fase del progetto esecutivo, «ma al momento non sussitono preoccupazioni particolari rispetto al budget assegnato».

«Al momento del mio insediamento — ha raccontato il dg — mi sono reso conto che il monoblocco non era emendabile. Per adeguarlo si sarebbero dovuti spendere 195 milioni con un cantiere che per 15 anni avrebbe interferito con il normale funzionamento dell’ospedale». «Regione Lombardia — ha sottolineato Bracchi — ha colto al volo l’opportunità di fare a Cremona qualcosa di innovativo e all’avanguardia». Ma alla base del nuovo ospedale c’è anche — spiegano sia Rossi e che Bracchi — «una concordia forte fra tutte le istituzioni del territorio, che ringrazio, e che ci ha consentito di volare».

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