L'ANALISI
18 Aprile 2023 - 21:11
CREMONA - «È bellissimo, hanno una luce negli occhi che ci fa solo bene. Sono mossi dal desiderio di ricercare e studiare la musica. Non ho parole». È commossa Ingrid Pustijanac, docente presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali di Pavia, dopo aver dato avvio insieme agli studenti organizzatori Deivis Herrera Gonzàlez, Tommaso Schreyer e Giovanni Panizzo che hanno organizzato la tre giorni di ‘Musicology in progress’ che ha richiamato studenti da tutta Italia e buona parte del mondo, con collegamenti anche da Venezuela, Brasile, Argentina e Stati Uniti.
Sono 111 le relazioni che da ieri a domani faranno di Palazzo Raimondi il luogo deputato al confronto fra giovani ricercatori, dottorandi, musicologi che con la loro passione racconteranno cosa rappresenti per loro la musica e si confronteranno con diversi ambiti di approccio al mondo delle note. Il clima è frizzante, il movimento continuo. In prima linea ci sono i ragazzi dell’Associazione Studenti di Musicologia che accolgono gli ospiti al loro arrivo. Ed in merito hanno osservato Mattia Landanesi e Chiara Lora dell'associazione degli studenti di Musicologia e Beni Culturali: "Non senza fatica è stato organizzato questo appuntamento dalla portata internazionale, nell’interesse della musica, della cultura, degli studenti e delle università. L’impegno dei colleghi del dipartimento di Musicologia e Beni Culturali di Cremona e l’Associazione degli Studenti MBC, insieme all’importante appoggio dei professori, hanno permesso di realizzare questo convegno di ampio respiro. Ma il più significativo contributo, e da qui le nostre gratitudine e soddisfazione, è quello che proviene dai nostri ospiti. Gli interventi, infatti, che superano i limiti imposti dalle lingue e dai confini dei paesi, trovano qui spazio per essere condensati e condivisi attraverso il dialogo degli studiosi. E ancora di più è per noi ragione di orgoglio vedere la passione degli studi musicologici messa in atto nel vederli finalmente pubblicati".
In tre differenti aule — due in presenza e una in streaming per chi dall’altra parte del mondo non è potuto venire a Cremona — per tre giorni si parlerà di cosa vuol dire studiare musica, quali scenari di ricerca si possano aprire. E i professori staranno a guardare: numi tutelari e sapienti ammirati per tanta passione. E così Javier Soriano è arrivato dall’Università di Poitiers per ricostruire i testi scomparsi del compositore spagnolo José Mauri Esteve.
Maria Vittoria Noli arriva dalla Toscana e parlerà della critica genetica in musica, Sara Dewalibi gioca in casa e parlerà di Culture in dialogo, mentre Francesca Picconi dell’Università Roma tre affronterà il tema della musicologia di comunità. Alexandre Piret arriva da Liegi e parlerà di jazz, Johan Guiton arriva dalla Sorbona di Parigi e racconterà del legame fra San Petronio a Bologna e la musica rinascimentale, mentre Mattia Zanotti cercherà di spiegare come lo streaming sia una risorsa musicologica.
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