L'ANALISI
16 Aprile 2023 - 15:10
CREMONA - Una spada di Damocle pende sull’elezione a consigliere regionale di Filippo Bongiovanni, sindaco leghista di Casalmaggiore. Nel corso della riunione della giunta per le elezioni della Regione è infatti emerso a carico del primo cittadino del capoluogo casalasco un motivo di possibile ineleggibilità, ossìa il fatto di non essersi dimesso per tempo da consigliere di amministrazione del Consorzio di bonifica Navarolo. Il motivo di ineleggibilità deriverebbe in sostanza dal fatto che Bongiovanni, come figura designata dai sindaci dei Comuni facenti parte del comprensorio cremonese-mantovano quale membro del consiglio di amministrazione del Navarolo, sarebbe parte di un ente controllato dalla Regione.
Questa carica insomma configurerebbe l’ineleggibilità alla carica di consigliere regionale secondo la normativa regionale, per la quale secondo cui sono ineleggibili a consigliere regionale i componenti degli organi di gestione o di amministrazione, l’amministratore delegato, l’amministratore unico, il direttore generale, i legali rappresentanti e i dirigenti degli enti come il Navarolo. Ne deriverebbe l’obbligo, per i soggetti con tali cariche e interessati a candidarsi alla carica di consigliere regionale, di cessare le relative funzioni non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature e quindi, nel caso in questione, non oltre il 14 gennaio 2023. Cosa che nel caso di Bongiovanni non è avvenuta.
Interpellato, Bongiovanni conferma la circostanza: «Entro la settimana entrante sulla questione sarà emesso il responso degli uffici legali e della giunta per le elezioni». Bongiovanni è pertanto in attesa di conoscere il suo destino, peraltro da parte della giunta per le elezioni di cui è stato designato presidente dal nuovo consiglio regionale. Anche in virtù di questa sua posizione, Bongiovanni non va molto oltre con le dichiarazioni. «Vedremo quello che accadrà, mi auguro possa risolversi positivamente, ma non resta che attendere». La sua preoccupazione ovviamente traspare, anche per il fatto che per una volta che il territorio casalasco era riuscito ad avere un proprio esponente in Regione, c’è la possibilità che tra pochi giorni debba passare la mano a Riccardo Vitari, di Ticengo che alle scorse consultazioni regionali raccolse 552 preferenze contro le 1907 di Bongiovanni.
Intanto, il sindaco ha ovviamente già presentato una memoria scritta rispetto alla sua posizione, facendo emergere anzitutto che «il consigliere del Navarolo designato dai sindaci non ha poteri diretti, ne’ gestionali, ne’ amministrativi, non percepisce compensi, non può essere ne’ presidente ne’ vice». Sostanzialmente riveste la carica di consigliere comunale. Inoltre, nel momento in cui decadesse da sindaco, sarebbe automaticamente escluso dal consiglio di amministrazione del Navarolo. Non avendo sostanzialmente alcun potere, il consigliere di amministrazione di un ente come il Consorzio di bonifica non può essere considerato come un componente degli organi di amministrazione. In sostanza, la carica di consigliere del Navarolo dovrebbe rappresentare tutt’al più un motivo di incompatibilità, non di ineleggibilità.
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