L'ANALISI
07 Aprile 2023 - 22:47
Il vescovo di Cremona Antonio Napolioni
CREMONA - Grande partecipazione dei cremonesi questa sera alla processione della Sacra Spina che ha concluso le celebrazioni del Venerdì Santo. Il lungo corteo di fedeli, religiosi, parroci della città, canonici del Capitolo, precedeva i tre vescovi: Antonio Napolioni, Dante Lafranconi e, sotto il baldacchino, a reggere il reliquiario, Enrico Trevisi, vescovo di Trieste. Dietro di loro, gonfaloni e autorità con il sindaco Gianluca Galimberti.
Secondo tradizione il percorso che ha attraversato il centro cittadino, riproponendo nella preghiera le stazioni della Via Crucis, accompagnato dal canto dello ‘Stabat Mater’. Al rientro in cattedrale, l’omelia di monsignor Trevisi, che ha preso spunto da un libro uscito cento anni fa (1923) e che - ha detto – ha molto contato nella sua formazione sacerdotale: ‘La visione cattolica del mondo’, opera del celebre teologo e filosofo italo-tedesco Romano Guardini.
Una visione «non ideologica», «non antitetica», ma incentrata su Gesù Cristo, il quale ha insegnato ai suoi discepoli ad essere «nel mondo ma non del mondo», non troppo dentro né troppo fuori, piuttosto a ricomprenderlo partendo dai suoi occhi, da una contemplazione che va tradotta nella nostra responsabilità e in «scelte grandi», non limitandoci a cogliere i particolari. Il presule, che ha fatto anche riferimento all’Apocalisse e a una riflessione del cardinale Martini, ha invitato fortemente i cristiani a guardare la storia e la vita e ad essere presenti nel mondo partendo dalla prospettiva del Crocifisso che, nel morire, ha compiuto il desiderio di bene per l’umanità, ha perdonato i crocifissori e il ladrone, ha sperimentato l’abbandono e ci ha reciprocamente affidati.
La benedizione con la Sacra Spina, in un’atmosfera di devoto raccoglimento, ha concluso un rito sempre particolarmente sentito. Nel pomeriggio, dalle 18, si è celebrata in cattedrale l’azione liturgica del Venerdì Santo, alla presenza del vescovo, Antonio Napolioni. Le parole con cui Giovanni racconta nel suo Vangelo la Passione di Cristo hanno riempito il silenzio raccolto dell’assemblea dei fedeli e dei concelebranti. Lo stesso silenzio che ha aperto la celebrazione.
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