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IMPRESE TRA LEGGI E BUROCRAZIA

Stop ai crediti edilizi: «Una crisi di sistema»

Sul caso Superbonus il presidente dell’Associazione costruttori Beltrami indica le priorità

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

02 Aprile 2023 - 05:15

 Sistema casa: in 1 anno addio a 2.100 imprese

CREMONA - Anche Ance Cremona esprime preoccupazione per il blocco dei crediti maturati con il Superbonus, deciso dal Governo. Lo fa con una lunga nota in cui il presidente, Carlo Beltrami si unisce alle dichiarazioni della leader nazionale, Federica Brancaccio, in cui manifesta il timore «per la situazione esplosiva venutasi a creare dopo l’approvazione del decreto-legge» che «non risolve in nessun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi».


«Si tratta — spiega l’Ance cremonese, facendo il quadro nazionale — di circa 19 miliardi di euro, già maturati, che se non pagati mettono a rischio 115.000 cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie italiane in corso in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori, che raddoppiano se si considera l’indotto. Dopo un 2022 in cui la crescita dell’economia italiana, grazie al traino del settore delle costruzioni, è stata superiore a quella della Cina (+3,9% contro +3,0%), il decreto infligge un duro colpo all’economia nazionale. Secondo le stime dell’Ance, infatti, l’effetto complessivo del decreto porterà il Paese in recessione, andando oltre l’annullamento della lieve crescita prevista nelle ultime stime della Commissione Ue (+0,8%)».

Carlo Beltrami


«Il blocco del mercato della cessione dei crediti fiscali sta infatti creando una vera e propria crisi sistemica nell’economia italiana: l’impossibilità di cedere sul mercato i bonus determina una carenza di liquidità nelle imprese di costruzioni che le porterà, a brevissimo, al fallimento. Le stesse imprese che sono chiamate a realizzare i lavori del Pnrr. Gli effetti si estenderanno a tutti i settori collegati, ai fornitori, ai professionisti coinvolti, alle banche. Ma colpirà anche le famiglie, i beneficiari degli interventi, con il rischio di decine di migliaia di contenziosi. Per Beltrami «l’unica soluzione efficace è utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati, come Ance e Abi hanno proposto da tempo, una misura resa ora possibile anche dalle recenti indicazioni di Eurostat».


Queste le priorità indicate dall’Ance. Al primo posto «sbloccare i crediti pregressi». Per questo occorre «approvare la proposta di utilizzo degli F24 a compensazione dei crediti maturati. La proposta prevede di riconoscere, in via straordinaria e temporanea, la possibilità per le banche e Poste di compensare le somme relative agli F24 della clientela con i crediti di imposta originatisi a seguito del sostenimento, nelle annualità 2021 e 2022, delle spese per gli interventi agevolati con i bonus edilizi, che imprese e contribuenti non sono riusciti ancora a cedere. A tutela dei contratti in corso, lo stesso meccanismo di compensazione dovrebbe essere previsto anche per i crediti d’imposta relativi ad interventi già avviati alla data del 17 febbraio 2023». Inoltre occorre «attivare subito il circuito degli acquisti da parte delle istituzioni e aziende statali.


La seconda priorità indicata da Ance è «migliorare la disciplina transitoria», che appare riduttiva. Cinque le azioni per poterlo fare, la prima è il ‘Sismabonus acquisti’ «che eviterebbe di evitare il fallimento delle operazioni di rigenerazione urbana. La possibilità di utilizzare la cessione del credito o lo sconto in fattura dovrebbe essere previsto per tutte le operazioni per le quali, al 16 febbraio 2023, risulti presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo relativo agli interventi di demolizione e ricostruzione o agli interventi di integrale ristrutturazione effettuati da imprese».


Altra azione riguarda la ricostruzione post sisma: «Occorre evitare un drammatico blocco della ricostruzione La ricostruzione e gli interventi su immobili utilizzati dalle Onlus peranti nel settore sanitario sono due priorità già chiaramente individuate dal legislatore. Per entrambe le fattispecie, infatti, il Superbonus è previsto fino al 2025. È indispensabile prevedere per questi interventi anche la possibilità di utilizzare il meccanismo della cessione del credito d’imposta o dello sconto in fattura, altrimenti si fermeranno i cantieri». Capitolo Iacp: «Permettere la realizzazione dei progetti avviati Anche per gli Iacp opera il divieto di cessione del credito d’imposta e dello sconto in fattura, salvo che, al 16 febbraio 2023, sia stata già presentata la Cilas e, nell’ipotesi di intervento su edificio condominiale, sia stata anche adottata la delibera assembleare. Ciò rende di fatto del tutto vana la possibilità di tali istituti di fruire di dette agevolazioni».


La quarta: «Interventi con molteplici titoli abilitativi: salvaguardare il progetto complessivo e quindi gli ulteriori interventi agevolabili che riguardano il medesimo edificio». Quinto campo d’azione: «Edilizia libera: risolvere i casi per i quali non sono previsti titoli. Nel caso dei bonus minori, la norma attuale rischia di escludere dalla deroga del blocco numerosi interventi. Per questi interventi, si prevede di estendere la deroga agli interventi per i quali, alla data del 16 febbraio 2023, sia stato concluso l’ordine d’acquisto dei beni impiegati nei medesimi interventi agevolati».


«Sul futuro della politica di riqualificazione degli edifici — sottolinea la nota dell’Ance —, dopo la risoluzione del blocco dei crediti pregressi, è necessario aprire al più presto un confronto per definire gli strumenti fiscali e finanziari idonei a raggiungere gli obiettivi ambiziosi di decarbonizzazione degli edifici. Con l’eliminazione della possibilità di cessione dei crediti maturati per i nuovi interventi, infatti, il decreto pone un evidente ostacolo all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare italiano. È quindi fondamentale, per il futuro della politica di riqualificazione degli edifici, poter prevedere, in modo selettivo e in funzione degli spazi di finanza pubblica disponibili, la possibilità di fare cessioni per alcune tipologie di soggetti (in particolare gli incapienti) e/o di interventi».

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