L'ANALISI
CREMONA
16 Marzo 2023 - 13:45
CREMONA - Stamattina dalle ore 9 alle 13, in piazza Stradivari, gli studenti degli istituti superiori si sono alternati all'interno del truck, un pullman - aula multimediale della polizia dove si è trattato il tema di sensibilizzazione #Unavitadasocial legato ai rischi connessi nell'instaurare amicizie e conoscenze sul web. Telegram, TikTok, Facebook, Instagram, Whatsapp: il pericolo è dietro l'angolo. Erano presenti all'iniziativa il prefetto Corrado Conforto Galli e il questore Michele Sinigaglia. "E' la decima edizione di una vita da social. Un'iniziativa promossa dalla Polizia di Stato in collaborazione con il ministero dell'Istruzione che ha coinvolto milioni di studenti e che consente davvero ai nostri esperti della Polizia Postale di dare consigli utili ai giovani per cercare di evitare le insidie che la rete purtroppo nasconde: il fenomeno del cyberbullismo, sextortion, temi di assoluta attualità che coinvolgeranno gli studenti e le classi delle medie e delle superiori che stanno partecipando a questa iniziativa", ha commentato il questore Sinigaglia.
Nell'aula multimediale a dare il via alla lezione è stato Alberto Casarotti, sostituto commissario della Polizia Postale che ha spiegato due dei principali rischi che si possono riscontrare navigando in rete, ovvero l'adescamento online e lo sextortion, due facce della stessa medaglia che riguardano principalmente la condivisione di foto intime. Solo nel 2022 sono stati circa 460 i ragazzi adescati tramite questi fenomeni principalmente per scopi finanziari e ricatti sessuali. Come ricorda una frase degli antichi romani "Verba volant, scripta manent ", "Le parole volano, gli scritti rimangono", questo è quello che i ragazzi devono capire quando navigano sui social, perché tutto ciò che viene condiviso, dai messaggi alle immagini, resta. Durante la lezione sono stati anche mostrati dei video che spiegavano in maniera efficace come è facile per i ragazzi cadere nelle "trappole" virtuali come il sexting.
"Se vi avesse contattato un anonimo come avreste reagito? Avreste iniziato la conversazione?" ha rilanciato uno dei poliziotti prof a due ragazzi, un maschio e una femmina. "Io non avrei accettato l' amicizia, per il momento non ho mai accettato richieste di una persona sconosciuta, se mai accettassi la richiesta di un anonimo, non manderei mai mie foto erotiche, preferisco avere una conoscenza reale", ha risposto il ragazzo. La compagna di classe ha invece affermato: "Accetto l'amicizia e inizio una conversazione solo dopo aver valutato se abbiamo delle conoscenze in comune".
"Il telefono non è un posto sicuro", ha evidenziato il poliziotto, agitando lo smartphone davanti agli studenti. Quindi, l'appello: "Se capita di cadere in uno di questi fenomeni, non bisogna aver vergogna di parlarne con qualcuno, raccontarlo a qualche amica e soprattutto denunciare alla polizia." L'esperto in divisa ha dato delle "dritte" ai giovani. Ad esempio, salvare le foto e gli screenshot dei messaggi può facilitare chi indaga a dare un volto ai criminali "virtuali", spesso vere e proprie organizzazioni, gente senza scrupoli che crea profili falsi, chiede l'amicizia, inizia la conversazione e "la frittata è fatta".
"Fate molta attenzione e usate la testa", è stata la raccomandazione fatta ai ragazzi. Accanto al truck sono stati allestiti altri due gazebi, uno della Polizia Scientifica e uno della Polizia Stradale.
FOTO: FOTOLIVE/PAOLO CISI
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