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Papilloma virus: Lilt, meno di una donna su due è vaccinata

La ricercatrice Serena Barello dell'università Cattolica di Milano e Cremona: "Ancora molte fake news"

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

04 Marzo 2023 - 11:53

Papilloma virus: Lilt, meno di una donna su due è vaccinata

La ricercatrice Serena Barello

CREMONA - Meno di una ragazza su due ha completato il ciclo vaccinale contro l’HPV e solo il 15,4% dei ragazzi. Eppure, ogni anno, oltre 6.500 casi di cancro sono riconducibili all’infezione da Papilloma virus. In occasione della giornata contro l’HPV, il 4 marzo, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori promuove '50 sfumature di prevenzione', un progetto di sensibilizzazione dedicato al mondo della scuola. «In questo periodo di pandemia, fake news, dubbi sul vaccino e altre cose hanno ridotto le vaccinazioni e la prevenzione con il Pap-test» osserva il presidente di Lilt Milano Monza Brianza, Marco Alloisio. «Basti pensare che nel 2015 avevamo una copertura vaccinale intorno al 56%, mentre nel 2021 è scesa al 32%». A partire dai corretti stili di vita sessuali, l’associazione in collaborazione con il Centro di ricerca EngageMinds Hub dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Cremona, ha organizzato momenti formativi per insegnanti, genitori e gli stessi studenti di terza media e terza superiore.

Molti sono risultati gli stereotipi da sfatare: secondo una ricerca sugli insegnanti condotta per Lilt da Serena Barello, ricercatrice dell’università Cattolica, quasi 8 persone su 10 sono convinte che malattie come l’autismo, la sclerosi multipla e il diabete possano essere provocate dai vaccini, mentre il 72% crede che molte vaccinazioni vengano somministrate troppo spesso. Il 31% delle insegnanti ha dichiarato di non essersi sottoposta a un pap-test negli ultimi tre anni; il 61% di non essersi mai sottoposta a uno screening per l’HPV; il 94% di non essersi mai sottoposta alla vaccinazione e solo una su tre si è detta disposta ad effettuarla in futuro. «C'è bisogno che i cittadini possano fruire di occasioni di formazione» osserva Barello. «Bisogna lavorare sulla propensione ai vaccini e colmare il divario tra attitudini e comportamenti effettivi». (ANSA)

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