L'ANALISI
27 Febbraio 2023 - 05:20
Stefano Sentati, Vittorio Cavaglieri, Giuseppe Scala e Arianna Ferrari
CREMONA - Novant’anni di storia non sono uno scherzo e l’orgoglio per quel traguardo raggiunto si è colto, ieri mattina, all’assemblea annuale dell’Avis di Cremona. Non solo per la corposa partecipazione, ma anche per la determinazione a risolvere insieme il calo dei donatori, provando a risolvere pure i nodi del bilancio 2022, chiuso con un disavanzo di 57.914 euro. Ad illustrare l’andamento dell’anno è stato il presidente Giuseppe Scala, insieme al vice Vittorio Cavaglieri e al tesoriere Stefano Sentati, coadiuvati dalla segretaria Arianna Ferrari.
«I donatori sono 4.911, contro i 5.012 del 2021, un trend in calo che dura da quattro anni — ha spiegato il presidente —. Le donazioni sono invece aumentate: 10.881 contro le 10.823 del 2021, e di questo va dato merito ai nostri soci donatori che non si sono tirati indietro». E se i nuovi ingressi nel 2022 sono stati 302 (in aumento rispetto ai 283 del 2021), i soci che hanno lasciato l’Avis sono stati 403, nettamente meno rispetto ai 448 del 2021. Segnali di parziale positività. Che non bastano, però. E per questo Scala ha richiamato tutti all’impegno avisino, ricordando quanto l’associazione in tutte le sue declinazioni si spenda per promuovere la cultura del dono.
Nella medesima direzione è andata anche la riflessione del senatore Angelo Rescaglio. A fronte di un aumento delle donazioni, la diminuzione in termini assoluti dei soci donatori non fa dormire sonni tranquilli. Ad illustrare il disavanzo di bilancio di 57.914 euro è stato il tesoriere: «L’Avis ha un tesoretto per colmare questo disavanzo e a cui affidare il sostegno delle iniziative del novantesimo — ha specificato Sentati—. La difficoltà è dovuta all’aumento dei costi delle utenze, raddoppiati: nel 2021 avevamo speso di elettricità 12mila euro, nel 2022 sono diventati 29mila. Così è stato anche per il gas: 13mila euro nel ‘21, 29mila nel ‘22».
E anche il costo del personale sanitario è aumentato: «Prima un’infermiera costava 40 euro all’ora, ora 72 euro, secondo le tariffe fissate da Ats — ha spiegato ancora il tesoriere —. Ma lo spirito avisino caratterizza anche chi presta servizio da noi e così le infermiere ci regaleranno un’ora e mezza delle tre di servizio. Anche questo è un dono».
E nel segno del dono si sono tenute le premiazioni delle borse di studio dell’Avis, andate ad Annalisa Trovati, Carlotta Generali e Filippo Groppi. L’assemblea si è chiusa con la premiazione dei 97 soci che hanno raggiunto le 50 donazioni (distintivo d’oro) e dei 113 che hanno raggiunto le 36 donazioni (distintivo in argento dorato), rappresentati in maniera simbolica da Silvia Mancini, Elena Angeletti e Arianna Beltrami. Poi il distintivo in argento consegnato ai 140 i soci che hanno al loro attivo 16 donazioni e il distintivo in rame ai 166 che hanno fatto otto donazioni. E anche in questi numeri c’è la forza dell’Avis, un’associazione che non si perde d’animo. E che continua a dimostrarlo.
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