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SCUOLA E DISAGIO GIOVANILE

‘Cicatrice francese’, la nuova sfida su Tik Tok: nelle classi scatta l’allerta

I ragazzini si procurano ematomi sul volto per poi mostrarsi sul social: il fenomeno spopola e preoccupa. Alle medie guardia alta. Le presidi: «Massima attenzione, ma riservatezza per evitare casi di emulazione»

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

27 Febbraio 2023 - 05:25

‘Cicatrice francese’, la nuova sfida su Tik Tok: nelle classi scatta l’allerta

CREMONA - Se ne parla, ma con discrezione: è allerta anche nelle scuole cremonesi, soprattutto alle medie, per la moda della «cicatrice francese», fenomeno social che sta imperversando in particolare su Tik Tok e che desta più di una preoccupazione fra docenti e genitori. Casi locali, per ora, non ne sono emersi, ma l’attenzione è massima. Così come la riservatezza, dovuta ad un’insidia che richiede cautela proprio perché fondata sullo spirito di emulazione.


Così nella chat degli insegnanti della Virgilio, scuola diretta da Daniela Marzani, è arrivato un invito a vigilare e un link per informare i docenti di quanto gira in rete: «Si è deciso di far subito partire una comunicazione informativa rivolta ai coordinatori delle singole classi perché vigilino su eventuali segni sul volto dei ragazzi — spiega la preside —. La comunicazione è stata veicolata anche ai genitori, in modo che ci sia attenzione non solo a scuola. Per ora casi non ne sono stati segnalati».

Daniela Marzani


Cinzia Cavalli, professoressa sempre della Virgilio, osserva: «Ho avuto l’impressione che la notizia della cicatrice francese fosse nuova per noi adulti, ma che per i ragazzi sia una cosa già passata. E per fortuna senza manifestazioni eclatanti, almeno per quanto ne possiamo sapere». Alzare la guardia, ma non creare curiosità morbosa laddove non c’è: è questo lo spirito di vigile controllo messo in atto dalle scuole.

Barbara Azzali


«Qualche anno fa c’era la Balena blu, si tratta di fenomeni mediatici e di disagio giovanile che devono essere monitorati, ma non enfatizzati — afferma Barbara Azzali, dell’istituto Cremona 4 —. Casi non ne abbiamo rilevati, ma certo stiamo attenti. Il lavoro della psicologa con lo sportello individuale e nelle classi è importante, quanto la vigilanza degli insegnanti che conoscono direttamente le fragilità dei ragazzi».

Maria Giovanna Manzia


Ed è sulla prevenzione che punta anche Maria Giovanna Manzia, preside del Cremona 1 e del Cremona 5, consapevole di come un atteggiamento allarmistico sarebbe controproducente: «Stiamo lavorando sulla web security e sull’utilizzo consapevole dei social network — afferma la dirigente —. Ma questa consapevolezza si deve affiancare a una vigilanza sui segnali di disagio che possono arrivare dai ragazzi».

Laura Rossi


Chiude il cerchio la preside dell’istituto comprensivo Cremona 3, Laura Rossi: «I docenti sono stati allertati per cogliere eventuali segnali e si stanno approcciando con grande attenzione, ma anche con cautela per non enfatizzare un eventuale effetto emulazione fra i ragazzi. Ovviamente è fondamentale l’azione della scuola in sinergia con le famiglie per cogliere segnali di disagio che potrebbero esprimersi anche attraverso questi comportamenti. Per ora non abbiamo avuto segnalazioni».

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