L'ANALISI
CREMA: NODO TRASPORTI
19 Febbraio 2023 - 05:10
CREMA - Da settembre tutte le scuole superiori cittadine potrebbero passare alla settimana corta, il che significa una autentica rivoluzione anche per il sistema di trasporto pubblico, i pullman che ogni giorno caricano circa 4.000 ragazzi e ragazze che frequentano gli istituti cittadini, ma risiedono nel Cremasco o addirittura fuori provincia. Se il consiglio d’istituto del Munari ha già votato, esito seguito da polemiche con i rappresentanti dei genitori e tre su quattro di quelli degli studenti che si sono dichiarati contrari, il tema presto arriverà sul tavolo delle altre scuole superiori che ancora hanno in calendario il sabato mattina.
Prima fra tutte il Galilei, che con i suoi 2.000 iscritti è la più popolosa della città. Senza dimenticare i licei scientifico, classico e linguistico del Racchetti Da Vinci, per poi arrivare allo Sraffa, dove però già il Marazzi ha introdotto la settimana corta. Tutti gli edifici sono di proprietà provinciale e dall’ente cremonese già a novembre era partita una richiesta di chiudere l’intero week end, in chiave di risparmio energetico così da abbattere i costi in bolletta, saliti a dismisura nell’ultimo anno. C’è poi la volontà di diminuire l’inquinamento atmosferico, non avere scuole aperte il sabato significa, ad esempio, meno traffico.
La Provincia non ha dato diktat, ma ha chiesto un aiuto ai presidi. Un incontro decisivo è atteso per la prossima settimana. «Per quanto ci riguarda – chiarisce Paola Orini, dirigente scolastico del Galilei (Liceo tecnologico e Itis) – prima di prendere una decisione in merito, che sarà ovviamente in capo al consiglio d’istituto sentendo tutti gli interessati, vogliamo precise garanzie dalla Provincia in merito al servizio di trasporto pubblico e alla disponibilità delle palestre. In consiglio d’istituto abbiamo già studiato quale potrebbe essere l’ipotesi di settimana corta, ma ovviamente è fondamentale che vengano adeguati gli orari dei pullman che riportano a casa i ragazzi al termine delle lezioni».
Evidente che se tutti gli istituti cittadini opteranno per la settimana corta, l’agenzia provinciale del trasporto pubblico locale dovrà tenerne conto e le società di bus come Autoguidovie modificare l’organizzazione delle corse. Al Galilei, chi frequenta il liceo potrebbe essere impegnato dalle 8 alle 14, con due intervalli, mentre per l’Itis, che ha un monte ore leggermente superiore, ci sarà la necessità di due rientri pomeridiani. L’ipotesi allo studio è quella di tre giorni da sei ore e di due da cinque con pausa pranzo di un’ora e ritorno in classe 14 alle 16. Dal Comune la situazione viene seguita passo passo, comprese le aque agitate al Munari.
«Stiamo seguendo con attenzione l’evoluzione del confronto in atto tra la Provincia, l’ufficio scolastico territoriale, la dirigenza scolastica e le rappresentanze degli studenti e dei genitori del Munari – chiarisce l’assessore all’Istruzione Emanuela Nichetti –: un confronto necessario, cui forse si sarebbe potuti giungere senza strappi e che ora va recuperato. Non abbiamo una competenza diretta sul tema, ma, ringraziando chi già ora sta svolgendo un ruolo di mediazione, ci rendiamo disponibili per facilitarlo. La settimana corta è un provvedimento che incide fortemente sulla vita degli studenti e delle famiglie, ma anche su quella della città in senso lato. Riteniamo quindi che ogni decisione non possa che discendere da un ragionamento ampio e condiviso tra tutti gli attori coinvolti, che metta al primo posto gli studenti e il loro diritto allo studio e al benessere».
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