L'ANALISI
18 Febbraio 2023 - 09:49
CREMONA - Chiuso il Paradise Cafè, con un provvedimento del questore, Davide Michele Sinigaglia, che ne ha disposto lo stop per due settimane rispondendo così anche alla richiesta forte e chiara avanzata dai residenti esasperati, gli agenti della Squadra Mobile stanno continuando ad indagare per dare nome e volto agli autori della rissa dello scorso martedì sera in porta Milano.
Alla resa dei conti, che secondo i testimoni avrebbe coinvolto magrebini e marocchini, alcuni abituali frequentatori del bar oggetto della disposizione, hanno partecipato sette, otto stranieri ed è intorno a loro che gli inquirenti stanno provando a chiudere il cerchio.
Potrebbe anche essere questione di ore, secondo indiscrezioni che filtrano da ambienti investigativi. Perché una pista da seguire c’è stata fin dall’inizio, perché il sopralluogo iniziale della Volante ha consentito di orientare gli accertamenti, perché i movimenti in quel quadrante erano monitorati da tempo. E perché, oltre il rigoroso riserbo che incornicia l’inchiesta, fotografie e video acquisiti dai poliziotti sembrano poter garantire elementi utili all’identificazione dei protagonisti — almeno di alcuni — della serata di violenza e sangue fra strada e locale.
Nello specifico, ci sarebbero fotogrammi piuttosto chiari sia in alcuni dei filmati girati da chi abita nella zona, sia in alcuni altri registrati dalle telecamere del circuito di videosorveglianza: i primi inquadrano di sicuro le fasi finali dell’accaduto, con gli ultimi colpi — calci, pugni e bottigliate — e la fuga a piedi dei contendenti fra via Dante, viale Trento Trieste e via Ghinaglia; i secondi, invece, riprenderebbero anche le sequenze iniziali, con la lite che ha originato lo scontro e, soprattutto, il momento in cui un gruppo dei presenti finisce contro la vetrina dell’Audiologica Cremonese sfondandola.
Serve comunque un paziente e capillare lavoro di valutazione e comparazione, per raggiungere l’obiettivo. E anche di confronto tra le immagini, le banche dati a disposizione e — se dovessero esserci e fossero significative — le risultanze delle analisi che presumibilmente saranno eseguite sui campioni di sangue repertati dagli specialisti della Scientifica tra i frammenti di vetro all’interno del negozio danneggiato.
Intanto, con il locale chiuso, la situazione appare migliorata: «Da due sere non c’è più caos» conferma chi abita e lavora in quel quadrante della città. Che soddisfatto della svolta, avanza però un’ulteriore richiesta. In prospettiva: «Quando il bar riaprirà, tempo qualche giorno e tutto sarà di nuovo come prima — ipotizzano quelli che hanno casa e attività a porta Milano, immaginando il ritorno dei problemi vissuti dall’estate in avanti—. Ecco: alle forze dell’ordine chiediamo di non abbandonarci. Come? Mantenendo massima attenzione alta sulla piazzetta, con controlli potenziati».
Facile supporre che l’appello non cadrà nel vuoto: non resterà un fatto isolato, la risposta immediata garantita dalle forze di polizia. Guardia alta ancora, nella piazza sorvegliata speciale.
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