L'ANALISI
05 Febbraio 2023 - 05:15
I tifosi della Cremonese
CREMONA - Stimano un potenziale danno di 20, 25 mila euro in un anno. Contestano, più per le conseguenze che per il merito, le ordinanze in vigore da inizio campionato che per legittime e anche comprensibili ragioni di sicurezza dispongono la chiusura dei locali intorno allo stadio Zini in occasione delle partite. E chiedono di essere ascoltati. Adesso. Non a caso proprio nel sabato dello scontro salvezza tra Cremonese e Lecce, di fronte alle serrande dei bar giocoforza abbassate per l’ennesima volta, è come un grido di allarme il messaggio forte e chiaro che Confcommercio lancia alle istituzioni competenti raccogliendo le lamentele che gli esercenti di quella zona della città alzano da tempo.
La premessa è del presidente di Fipe – Confcommercio, Alessandro Lupi: «Non è nostra intenzione mettere in discussione la sicurezza dei tifosi e dei cittadini ma chiediamo a Comune e Questura maggiore lungimiranza nel gestire la situazione. Sono titolare di un esercizio che si trova vicino allo stadio e con altri due colleghi, proprietari di altrettanti esercizi, siamo quelli colpiti in modo più diretto — entra nel merito senza nascondere anche il proprio coivolgimento personale, il numero uno del gruppo che rappresenta gli esercizi pubblici della provincia di Cremona —, ma il problema riguarda anche un centinaio di esercizi della zona che subiscono ingenti perdite sia per la chiusura del transito sia per l’ordinanza di divieto di vendita degli alcolici, che appare più una beffa che un intervento per la sicurezza».
Entra nel merito della contestazione, Lupi: «Ad alcuni di noi viene vietata l’attività, ad altri la sola vendita degli alcolici. Eppure, ad ogni partita, assistiamo ad una sorta di mercato nero con persone che si organizzano e vendono birre e alcolici direttamente sul piazzale portandoli da casa, con buona pace delle forze dell’ordine, oppure vediamo tifosi che bevono all’interno dello stadio nell’area Hospitality, dove la somministrazione di alcol è concessa, mentre noi non possiamo fare il nostro lavoro». E così, pur ribadendo «l’assoluto interesse a contribuire alla sicurezza», Fipe e Confcommercio chiedono che vengano almeno valutate le istanze di imprenditori e lavoratori della zona di via Persico e non solo.
«Le soluzioni ci sarebbero – prosegue Lupi —. Abbiamo provato a interfacciarci con il Comune e la Questura ma siamo ormai esasperati rispetto ad una situazione che potrebbe essere gestita con più elasticità e lungimiranza. Ci pare invece, almeno sin qui, di percepire un’intransigenza che non fa bene a nessuno, dal momento che da un lato c’ è chi aggira l’ordinanza non rispettandola e dall’altro le stesse limitazioni causano ingenti danni economici a imprenditori, lavoratori e di riflesso ad un intero quartiere della città».
Avanza la sua proposta, Fipe-Confcommercio: rimodulare le ordinanze di chiusura al traffico in base al reale impatto delle singole sfide. «Per alcune partite — articola meglio l’auspicato riassetto, Lupi — sono state chiuse le strade durante l’orario di lavoro degli uffici vicino allo stadio, con grande disagio per i lavoratori e i clienti delle attività, ma poi i tifosi arrivati in città sono stati pochissimi e non si sono nemmeno notati. Basterebbe una maggiore elasticità nel valutare i flussi delle partite e pensare a chiusure modulate in base ai rischi e all’affluenza effettiva».
La seconda proposta è relativa all’ordinanza di chiusura di alcune attività e al divieto di vendita degli alcolici: «Ne abbiamo parlato anche con il questore — specifica Lupi —: in molte città d’Italia sono consentite le attività e si può vendere la birra con gradazione alcolica fino a 5 gradi. Crediamo sia un giusto compromesso tra la possibilità di fare il nostro lavoro servendo dal caffè alla birra, anche a chi non va allo stadio ma è nostro cliente abituale, e la sicurezza pubblica. Vorrei ricordare che non siamo qui solo per vendere ma possiamo anche contribuire alla sicurezza dei cittadini controllando e impedendo l’abuso di alcol, soprattutto da parte dei minorenni. Cosa che certamente non fa chi vende birre e alcolici nel parcheggio in modo abusivo e contro l’ordinanza che prevede per chi contravviene al divieto una multa irrisoria».
Non è irrisorio il danno stimato per i locali: circa 25 mila euro per ogni stagione sportiva. A questo proposito Alessandro Lupi avanza un’ulteriore richiesta all’amministrazione comunale: «Il Comune potrebbe almeno venirci incontro abbassando la tassa rifiuti o concedendo altre forme di indennizzo, se proprio non riesce a ragionare in termini differenti». A sostegno delle richieste della Fipe si schiera anche Andrea Badioni, presidente di Confcommercio Cremona: «Ormai la nostra pazienza è finita. Da mesi veniamo rimbalzati da un ufficio all’altro senza poter avere un dialogo costruttivo. Quello che vogliamo è che ci si venga incontro con una gestione meno oltranzista ma più manageriale. È troppo facile chiudere tutto con ordinanze copia e incolla, a cui per altro qualcuno riesce comunque a trovare un’alternativa non proprio legale».
Meglio invece, seguendo il ragionamento di Badioni, «sedersi ad un tavolo e mediare affrontando il problema, con buon senso, in tutta la sua complessità». La soluzione prospettata per conciliare tutti gli interessi in gioco: «Vogliamo organizzare presso la nostra sede un tavolo di lavoro con Questura, Prefettura e Comune per individuare una soluzione condivisa che metta d’accordo gli interessi del quartiere, della città, degli imprenditori e dei lavoratori. La Cremonese in serie A dovrebbe essere un’opportunità per tutti, nessuno escluso».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris