L'ANALISI
05 Febbraio 2023 - 05:10
Lo staff medico e infermieristico di Oncologia
CREMA - Il cancro, ormai è assodato, si può contrastare innanzitutto con la prevenzione e poi nutrendosi in maniera corretta, anche quando si è sotto terapia. Non per nulla l’oncologia del Maggiore punta su due nuovi servizi. Ne abbiamo parlato con gli specialisti dell’ospedale Maggiore in occasione del World Cancer Day, la Giornata mondiale contro il cancro celebrata proprio ieri.
«Abbiamo aperto un ambulatorio di genetica oncologica gestito da un medico genetista dell’ateneo di Brescia – chiarisce Salvatore Incardona, primario facente funzione –: al momento è attivo il martedì per i soli pazienti oncologici e il mercoledì a disposizione degli altri specialisti ospedalieri. Nostra intenzione è migliorare la sinergia con i medici di base per facilitare l’invio di pazienti. È un’importante possibilità di offerta a chi è affetto da patologia neoplastica e ai loro familiari a rischio».
La maggioranza dei tumori è di tipo sporadico, solo una piccola parte intorno al 5-10 per cento, a seconda del tumore considerato, è riconducibile a mutazioni, pertanto trasmissibili attraverso le generazioni.
«Identificare questa quota di pazienti portatori di varianti patogenetiche a carico di specifici geni è importante – aggiunge Incardona – per il paziente stesso, che attraverso controlli più ravvicinati e specifici potrà evitare la recidiva o l’insorgenza di altre forme neoplastiche, ma soprattutto perché ha la possibilità di ricevere terapie più specifiche, indirizzate al particolare profilo genetico del tumore. I familiari potranno sottoporsi, da sani, al test genetico per la ricerca della variante e intraprendere un programma di sorveglianza clinica specifico per la riduzione del rischio».
Per quanto riguarda l’alimentazione, l’ospedale Maggiore di Crema offre una consulenza importante. «La malnutrizione è di frequente riscontro già alla diagnosi ed è accentuata dagli stessi trattamenti terapeutici (radioterapia, chemioterapia e chirurgia) – conclude il primario –: incide in maniera negativa sull’efficacia delle terapie oncologiche, sulla lunghezza della degenza ospedaliera, sui tassi di riospedalizzazione, sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita dei pazienti. Una valutazione nutrizionale tempestiva e la corretta gestione della terapia di supporto, consente di avere ricadute positive non solo in termini clinici ma anche gestionali ed economici e deve far parte dell’approccio multidimensionale al malato oncologico in tutto il suo percorso di cura».
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