L'ANALISI
CREMONA
30 Gennaio 2023 - 20:01
CREMONA - La prova di essere ‘cornificata’ l’ha avuta controllando lo smartphone del marito. Su WhatsApp c’era un video di lui e dell’amante ripresi su un camion in intimità. La moglie tradita si è vendicata con la rivale, tra l’altro una sua cara amica, sposata anche lei, che ignorava di essere stata filmata. Prima l’ha minacciata: «Ti metto su Facebook e su YouTube, così tutta Cremona saprà cosa hai fatto, te la farò pagare». Poi, stando all’accusa, si è girata sul suo WhatsApp il video scottante, lo lo avrebbe inviato e diffuso nel web, generando un link pubblico, rendendolo così condivisibile. La moglie tradita è a processo per revenge porn, ovvero per aver diffuso illecitamente immagini o video sessualmente espliciti.
Oggi, prima udienza, in aula non c’era l’imputata, 50 anni, difesa dall’avvocato Fabio Galli. C’era la vittima, 49 anni, che si è costituita parte civile con l’avvocato Monica Nichetti. E che al giudice ha raccontato il «peccato originale» affiorato nell’ottobre del 2019. La donna ha narrato di essere stata contattata telefonicamente più volte dalla sua ex amica che l’aveva minacciata di fargliela pagare. All’inizio lei l’aveva bloccata sul telefonino, poi ha ricevuto prima una fotografia che la ritraeva nuda, quindi degli screenshot, frame di un video di lei mentre consumava il rapporto sessuale con l’amante.
«Ti metto su Facebook e su YouTube, così tutta Cremona saprà cosa hai fatto», l’ha minacciata più volte l’amica tradita. La relazione clandestina è durata dieci mesi. I due si davano appuntamento sempre il venerdì mattina, il giorno in cui la moglie si recava a Milano e il marito era più libero. Lui l’aspettava in auto, in un parcheggio vicino a casa di lei. Partivano per il Piacentino. Qui l’uomo aveva un camion.
«Io non sapevo di essere filmata. Sul camion non ho visto telecamere, e quando ho chiesto spiegazioni, lui ha negato di aver fatto quel filmato», ha fatto mettere a verbale l’ex amante, precisando che «purtroppo, oltre a me, quelle immagini sono state inviate anche a mio figlio». Un patatrac. «Attualmente - ha aggiunto la vittima di revenge porn — io e mio marito siamo separati. All’epoca il nostro rapporto era già rovinato, ed è peggiorato quando lui, con la storia di quel video, è venuto a sapere che ero stata con un altro». L’udienza è stata aggiornata al prossimo 10 luglio, quando saranno sentiti il consulente che ha redatto la perizia sui cellulari e gli investigatori della polizia.
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