L'ANALISI
CREMONA. IL PROGETTO
23 Gennaio 2023 - 05:15
CREMONA - Già parzialmente riqualificato, è ancora occupato solo in parte: lì, in largo Madre Agata Carelli, nel cuore storico del quartiere San Bernardo, fra i piani dell’edificio sono per ora ospitati alcuni servizi di volontariato gestiti da CSV Lombardia Sud (realtà attive dal 1997 per sostenere le organizzazioni e promuovere la cultura della solidarietà trovando risposte ai bisogni in connessione con il territorio), l’ufficio Postale e spazi riadattati per essere funzionali ad attività per anziani e ad iniziative culturali.
Poco, rispetto alle potenzialità. E infatti, è un progetto decisamente più ampio, possibile con la logistica della struttura e compatibile con le esigenze che la città mostra, quello che si staglia all’orizzonte di Palazzo Duemiglia. Destinato a diventare, almeno nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, la cittadella delle associazioni. Una «casa unica», pulsante, dove i gruppi attivi nel territorio potranno muoversi in sinergia, fianco a fianco, confrontandosi e ottimizzando così la loro offerta. Tempi stretti: il 2023 sarà l’anno della definizione del piano. Diventato possibile perché, adesso, oltre all’idea ci sono anche i soldi.
«Abbiamo ottenuto un finanziamento di oltre 5 milioni di euro finalizzato al recupero e l’anno in corso sarà quello della progettazione esecutiva — conferma il vice sindaco Andrea Virgilio —. L’intervento prevede la complessiva messa in sicurezza, con una rifunzionalizzazione che porterà anche all’eliminazione delle barriere architettoniche».
Gli spazi che potranno essere messi a disposizione sono molteplici: «Sono già pronti e occupabili quelli recentemente utilizzati per la scuola per l’infanzia durante il trasferimento dei bambini dal quartiere San Felice — entra nel merito Virgilio — e poi ci sono quelli riservati a uffici, recentemente liberati dal Comune».
Ecco che allora, ad attestare l’intenzione di stringere i tempi su un riassetto in cui crede per le prospettive che garantisce, il Comune è pronto ad avviare il confronto con le diverse realtà del terzo settore e con le sue rappresentanze per valutare insieme proposte e progetti organici.
«Pensiamo di raggruppare lì organizzazioni che possano fare sistema e che, insieme, possano valorizzare ulteriormente quella rete solidale, fondata su iniziative di impresa sociale, sempre più indispensabile anche a Cremona. L’obiettivo è quello di creare una sorta di polo del bene comune, aperto alla comunità e in grado anche di tenere insieme generazioni diverse. Sentiremo ovviamente anche il comitato di quartiere per condividere i tempi e le loro opinioni ma, di sicuro, vogliamo evitare un contesto frammentato nel quale chi lo abita non interagisce».
Socializzazione è la parola d’ordine: «In particolare, per il quartiere; e in generale, per una città che già esprime proposte straordinarie sul fronte del volontariato — conclude il vice sindaco — ma potrebbe essere ancora più efficace trovando migliori sinergie». A Palazzo Duemiglia.
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