Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

BOCCATA D'OSSIGENO PER I COMUNI

Bollette di luce e gas, arrivano 1,27 milioni di euro

Risorse distribuite in tutta la Provincia, l’assegno più cospicuo è per Cremona. Altri sette beneficiari da oltre 20 mila euro. L’Anci: «Equilbri di bilancio a rischio»

Mariagrazia Teschi

Email:

mteschi@laprovinciacr.it

08 Gennaio 2023 - 12:15

Bollette di luce e gas, arrivano 1,27 milioni di euro

CREMONA - Nuova tranche di risorse del contributo straordinario da parte del governo per aiutare gli enti locali a fronteggiare il caro-bollette e garantire così la continuità dei servizi erogati, oggi a rischio: sono 150 i milioni di euro che entreranno nelle casse dei Comuni, delle città metropolitane e delle province. Il ministero dell’Interno di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze e degli Affari regionali, ha fissato criteri e modalità di riparto dell’ulteriore incremento di risorse relativo alla dote 2022. La somma è destinata a garantire la continuità dei servizi erogati relativamente alla spesa per le utenze, luce e gas. Una boccata d’ossigeno per numerosi enti ormai allo stremo e con la prospettiva di mettere sul piatto della bilancia il taglio dei servizi o l’aumento degli introiti, sulle spalle dei cittadini. Così la ripartizione: 130 milioni di euro a favore dei Comuni, i restanti 20 alle città metropolitane e alle Province. A Cremona e provincia arriveranno complessivamente 1.276.076 euro.

I FONDI PER I COMUNI E LA PROVINCIA

L’assegno più consistente tocca al comune di Cremona (237.368 euro) superando di oltre 82 mila euro la quota destinata alla Provincia (154.473). Nella classifica dei contributi al capoluopo segue Crema (96.838 euro), Casalmaggiore (69.031 euro), Soresina (41.081 euro), Castelleone (26.916 euro), Piadena Drizzona (23.266 euro), Rivolta d’Adda (23.626 euro), Offanengo (21.058) euro. Sette i Comuni che ricevono una sovvenzione sotto i ventimila euro: Bagnolo Cremasco, Castelverde, Dovera, Palazzo Pignano, Pandino, Pizzighettone, Sesto, Soncino, Spino d’Adda, Vailate.

Una goccia nel mare, ma comunque qualcosa. Nonostante i contributi già erogati e quelli che ora sono stati nuovamente stanziati, i Comuni hanno in alcuni casi dovuto mettere mano alle casse e mettere a disposizione risorse proprie. Da tempo l’Anci esprime forte preoccupazione per le difficoltà che gli enti locali devono affrontare nel mantenere gli equilibri di bilancio a fronte di aumenti incontrollati dei costi dell’energia che stanno mettendo a rischio i servizi essenziali per le comunità locali. L’auspicio era, ed è rimasto, che con i prossimi provvedimenti e quelli in atto, le misure adottate siano tali da poter fronteggiare i costi della crisi energetica. Anci auspica anche sostegni aggiuntivi, come il blocco degli aumenti e ulteriori risorse finanziarie.

Una buona notizia era arrivata i primi giorno dell’anno: la bolletta dell’elettricità calerà nei prossimi tre mesi e le tariffe scenderanno del 19,5%. Un risultato positivo ma che compensa solo in minima parte gli aumenti del trimestre precedente, quando le tariffe della luce erano rincarate del 59%. Un’inversione di tendenza , però, da prendere con le pinze, come ha rimarcato il presidente di Arera, (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) Stefano Besseghini. «È molto presto per dire che l’emergenza è finita: i mercati sono caratterizzati ancora da una marcata volatilità, la stagionalità inciderà sulle variazioni dei prezzi del gas e i valori assoluti rimangono ancora straordinariamente alti».

Secondo l’Unione nazionale consumatori che ha stilato la classifica dei rialzi avvenuti l’anno scorso dopo aver elaborato i dati Istat per calcolare l’inflazione media provvisoria del 2022 , al primo posto per l’inflazione dei non alimentari c’è l’energia elettrica, «con un astronomico +110,4%». Al secondo posto i voli internazionali (+85,9%) e al terzo il gas naturale e di città (+73,7%). Al quarto posto il gasolio per riscaldamento (+38,4%), seguito da Gpl e metano (+33,3%) e al sesto gasolio per mezzi di trasporto (+22,1%). Le condizioni meteo favorevoli dell’autunno scorso hanno contenuto i consumi di gas. Questo significa che gli stoccaggi (i depositi sotterranei dove si immagazzina gas in estate da usare poi in inverno) sono pieni almeno all’80 per cento: una disponibilità di materia prima che porterà a una minore tensione sui prezzi per il prossimo trimestre: la volubilità dei mercati ci insegna però a non farci troppe illusioni. 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400