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PIZZIGHETTONE

Operazione Maishish, spacciatori e clienti disposti a tutto per la droga

Dalle indagini emergono altri particolari inquietanti dopo gli arresti effettuati dai carabinieri

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

16 Dicembre 2022 - 05:20

Operazione Mashish, spacciatori e clienti disposti a tutto per la droga

PIZZIGHETTONE - Chi non poteva pagare la dose, si metteva a disposizione degli spacciatori in altri modi: facendo da taxi o consegnando pranzi e cene da consumare nascosti fra gli arbusti. Dall’operazione «Maishish» emerge ancora una volta come anche i clienti fossero disposti a tutto, perfino a diventare in qualche modo complici dei malviventi pur di procacciarsi cocaina, eroina ed hashish.


Quella portata alla luce dai carabinieri del comando provinciale di Cremona guidati dal colonnello Giuliano Gerbo, e in particolare dai militari del nucleo investigativo del reparto operativo al comando del tenente colonnello Massimiliano Girardi, era una un’organizzazione criminale ormai radicata. Con ruoli e modus operandi prefissati: chi prendeva le prenotazioni telefoniche, chi preparava le dosi, chi le dava ai clienti, chi si assicurava non arrivassero rivali.

E poi c’erano i compratori senza soldi ma in astinenza: quelli più compiacenti e servizievoli, ai quali venivano chiesti hamburger, pizze, acqua fresca nei giorni più caldi. Appostati e mimetizzati nelle campagne, i militari hanno infatti filmato e fotografato anche le consegne della spesa, trovando poi i resti dei bivacchi fra i campi di mais o dietro agli argini. Nelle brevi pause dal «lavoro», qualcuno portava ai pusher pure il caffé. Altri si mettevano a disposizione per passaggi in auto, una volta terminati i turni degli spacciatori.


Fra i numerosi assuntori fermati e identificati, persone di estrazione sociale differente, come diverse erano le tipologie di ordine: dai 50 ai 100 euro per la «neve» preferita dai più benestanti e attempati, mentre la più economica eroina veniva venduta a 10-20 euro ed era in voga fra i giovanissimi. Una settantina gli acquirenti segnalati alle rispettive Prefetture.

Arrivavano anche da fuori provincia vista la vicinanza al Lodigiano e al Piacentino, percorrendo le cosiddette «strade basse», ovvero quelle di campagna poco battute. Nella scelta delle piazze di spaccio cremonesi – fra i territori di Pizzighettone, San Bassano, Formigara, Grumello, Crotta, Spinadesco – la logistica giocava infatti un ruolo rilevante: prediletti argini e cavalcavia perché consentivano ai pusher di sbucare all’ultimo momento per la consegna. Nei periodi in cui gli steli del mais erano particolarmente alti, invece, venivano prescelti i campi.


Ai sei già finiti in manette e assicurati alla giustizia, potrebbero presto aggiungersene altri: per gli otto ricercati e a loro volta destinatari di ordinanze di misura cautelare, infatti, sono già state attivate le operazioni di localizzazione anche all’estero.

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