L'ANALISI
12 Dicembre 2022 - 05:29
CREMONA/CREMA - Sono finite sotto la lente di ingrandimento le spese sostenute da Regioni e capoluoghi di provincia per far fronte alle bollette di luce e gas, diventate la nota dolente nei conti economici di istituzioni, aziende e famiglie. A scandagliare tra le varie realtà sono stati gli autori del report realizzato per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana.
Diciamo subito che Cremona, con classe energetica A sia per quanto concerne l’elettricità che per il gas, e rating finale AA, si colloca a ridosso dei centri più virtuosi. Per l’elettricità la spesa è stata di 1.123.876 euro, per il gas l’importo si attesta a 325 mila euro. L’anno preso in esame è il 2021. Sotto esame i costi sostenuti da Regioni e capoluoghi di provincia per il mantenimento dei loro uffici e delle loro strutture, con tanto di assegnazione di rating.
Il Centro Ricerche della Fondazione ha analizzato tutti i dati finanziari dell’ente pubblico in questione e, attraverso algoritmi di ricerca scientifica, ha individuato potenziali sprechi, vale a dire spese critiche nei conti pubblici. Le spese dell’ente, voce per voce, sono state confrontate con il benchmark di riferimento. A seconda dei livelli di scostamento di spesa individuati, si parla di performance positiva (se la spesa è inferiore o uguale alla media), di scostamento lieve (spesa compresa tra la spesa media e il 30% in più), di scostamento considerevole (spesa compresa tra lo scostamento lieve e il 100% in più), e infine di spesa fuori controllo (se supera di oltre il 100% quella media).
Il rating, che si basa esclusivamente su dati contabili oggettivi, assegna alla migliore performance la tripla A, mentre alla peggiore viene attribuita la lettera C. A livello di capoluoghi di provincia, la classifica è guidata da Avellino, che, con la tripla A ad entrambe le voci, spende 99 mila euro per l’elettricità e 31 mila euro per il gas.
Seguono tre capoluoghi del Nord: Pordenone, Parma e Rovigo. Gli altri sei capoluoghi in ordine di classifica sono Carbonia, Reggio Emilia, Agrigento, Forlì, Palermo e Brescia. I capoluoghi che presentano le performance peggiori — classificate, come detto, con una C — sono Bergamo (per luce e gas), Gorizia (per il solo gas), Lecce (per l’elettricità), Padova (gas), Ragusa e Reggio Calabria (entrambe per l’elettricità), Trapani (elettricità), Trieste e Udine, Vercelli e Verona (gas).
Le bollette energetiche a carico del Comune di Crema nel 2023 costeranno 606 mila euro in più rispetto all’anno che sta per concludersi. Questo il budget stanziato dall’ente di piazza Duomo come aumento di risorse per far fronte ai rincari di luce e gas. Sempre che bastino, è la premessa obbligata. Per ora questo prevede il bilancio previsionale, ma ovviamente sono possibili aggiustamenti nei prossimi mesi. Le cose si fanno difficili anche nel settore lavori pubblici, dove da affrontare c’è un altro rincaro, quello delle materie prime che complicano il proseguimento dei cantieri in atto e costringono a rivedere i costi di quelli in programma.
«Fortunatamente – sottolinea l’assessore al Bilancio Cinzia Fontana, nella sua relazione sul documento finanziario previsionale, illustrato al consiglio comunale –, la prudenza con cui abbiamo gestito i bilanci degli ultimi anni ci permette di avere una certa tranquillità, ma non possiamo non tenere in considerazione queste variabili».
Le conseguenze degli aumentati costi energetici e di quelli delle materie prime costringono il Comune a mettere da parte un tesoretto di 900 mila euro complessivi.
«Le manutenzioni – prosegue Fontana – ci costano il 20% in più, incremento che equivale a 295 mila euro, mentre prevediamo una spesa superiore del 30% sulle utenze, pari a 606 mila euro».
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