L'ANALISI
06 Dicembre 2022 - 05:25
CREMONA - Da mercoledì scorso, 30 novembre, è andato ufficialmente in pensione Roberto Bianchi, il medico di famiglia con ambulatorio nel quartiere San Felice. Una decisione annunciata dal professionista da tempo, tempo che comunque non è servito a trovare un sostituto. E ora il quartiere che conta circa 1.500 abitanti è senza medico di base. Non sono serviti, infatti, gli sforzi di Ats, Comune e quartiere con bandi deserti e sostituti temporanei: «Non ci rimane — spiega il presidente del Comitato di Quartiere Gianluca Pegori — che fare un appello a qualche medico in pensione perché venga a San Felice almeno un paio di giorni alla settimana».
L’ambulatorio c’è già ed è gratuito. Lo ha messo a disposizione il Comune nel 2020 quando la Giunta, su proposta del vice sindaco Andrea Virgilio, aveva stabilito di concedere in comodato d’uso i locali di proprietà comunali proprio «per agevolare l’insediamento di un nuovo medico di medicina generale nel quartiere in vista dell’imminente cessazione dell’attività da parte dell’attuale». Il direttore del Dipartimento Cure Primarie di Ats Val Padana, Gianmario Brunelli, aveva infatti già lanciato l’allarme con una nota in cui evidenziava alcune criticità per l’assegnazione di un nuovo medico a copertura del territorio di San Felice. E il Comune aveva ritenuto «di non poter far mancare il proprio contributo al mantenimento sul territorio di una così importante attività a servizio della cittadinanza».
Ma se i locali ci sono, oggi manca il servizio. E il consigliere comunale del Pd Nicola Pini, residente a San Felice, annuncia un ordine del giorno sulla vicenda da discutere in Consiglio comunale: «Questo quartiere è quasi un paese a sé stante. Come fanno gli anziani a scegliersi un medico in città? Pensiamo ai disagi a cui andranno incontro. Inoltre qui ci sono anche due comunità terapeutiche: ‘La Zolla’ e una psichiatrica, Cpa San Felice. I loro ospiti erano seguiti da Bianchi. E ora?» Sul tema del medico di famiglia a San Felice nei giorni scorsi c’è stato un incontro fra Quartiere, Comune e Ats.
Spiega Brunelli: «Tutti gli sforzi sono stati fatti e continueremo a farli, ma il fatto è che mancano i medici e questo problema non è risolvibile a breve. E la soluzione non dipende da noi, ma da decisioni a più alto livello. La situazione è disastrosa». Brunelli spiega che «i medici di medicina generale in servizio in provincia di Cremona sono ormai 207. Nel 2020 ne sono andati in pensione 60, nel 2021 46 e nel 2022 la previsione è di 48 dottori che lasceranno il servizio». Per mettere una pezza dove si può l’Ats ricorre agli incaricati temporanei: «Si tratta di incarichi provvisori affidati a medici che non hanno la titolarità della ‘condotta’, magari neolaureati non ancora in graduatoria. In tutta la provincia sono 62 al momento».
«A San Felice — prosegue Brunelli — il dottor Bianchi aveva 900 assistiti quando è andato in pensione. La maggior parte ha già fatto la scelta del nuovo medico, ma 383 non lo hanno ancora fatto. Noi abbiamo fatto il possibile contattando tanto medici, anche pensionati. Ma nessuno ci ha dato l’ok. Nemmeno siamo riusciti ad affidare l’ambulatorio ad un incaricato provvisorio. E la carenza è generale e la coperta è corta per tutti, dunque mi spiace competere con altre situazioni e accettare le proposte di medici che magari lascerebbero reparti ospedalieri o Rsa. Si sposterebbe la carenza».
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