L'ANALISI
24 Novembre 2022 - 19:16
L'ingrasso della casa di riposo Busi di Casalmaggiore
CASALMAGGIORE - Il Tribunale di Cremona ha condannato stamattina in primo grado il nipote e la cognata di un anziano, ottantenne, per aver sottratto al parente una ingente somma, pari a 233 mila euro, depositati in banca, mentre si trovava ospite della Fondazione Busi di Casalmaggiore e precedentemente della Fondazione Aragona di San Giovanni in Croce.
L’accusa per il nipote era di furto pluriaggravato in concorso con la cognata dell’anziano, accusata anche di autoriciclaggio per aver investito i soldi sottratti in modo illecito in polizze assicurative. Si parla di autoriciclaggio infatti quando chi ricicla è anche l'autore del reato dal quale proviene il denaro o il bene. La donna è stata condannata a due anni e quattro mesi, l’uomo a due anni. Previsto anche un ristoro di 15 mila euro a carico dei due e a favore dell’anziano parente, per il mancato recupero degli interessi. La parte civile era rappresentata dall’avvocato Giovanni Bertoletti di San Giovanni in Croce, gli imputati erano assistiti dall’avvocato Fabrizio Vappina di Casalmaggiore.
Secondo quanto emerso in sede processuale, durante il periodo di riabilitazione dell’anziano, ricoverato in casa di riposo dopo un problema fisico, gli imputati sarebbero riusciti a prelevare la somma dal suo conto e a spostare i soldi altrove, avvalendosi di una firma che una perizia ha riconosciuto poi come falsa.
Nel corso delle udienze precedenti è stata ripercorsa tutta la vicenda e dopo le repliche si è giunti alla pronuncia della sentenza. In tutto l’iter processuale è emerso anche che i due imputati avrebbero agito per sottoporre l’uomo a un amministratore di sostegno, una figura istituita per tutelare quelle persone che, a causa di un’infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. È però emerso che l’anziano era capace di intendere e di volere e che non c’era necessità dell’amministratore di sostegno. È stato quando l’ospite è stato dimesso dalla rsa che si è reso conto dell’ammanco e ha avviato l’azione legale per poter recuperare il proprio denaro.
Al di là della vicenda giudiziaria, quanto avvenuto ha avuto un inevitabile riflesso umano sulla vittima, rimasta molto dispiaciuta per l’accaduto visto chi erano gli autori dei fatti. Per il deposito della motivazione della sentenza ora c’è tempo 90 giorni e si vedrà se verrà presentato ricorso in appello.
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