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Tesoretto nucleare di Arturo, si andrà in Appello

Continua il braccio di ferro tra Comune e Stato sulla sentenza che ha concesso quattro milioni di compensazioni al Comune per la centrale

Elisa Calamari

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24 Novembre 2022 - 17:53

Tesoretto nucleare di Arturo, si andrà in Appello

Il sindaco di Monticelli Gimmi Distante e la centrale

MONTICELLI - Continua il braccio di ferro fra lo Stato e il Comune per ottenere la quota di tesoretto nucleare decurtata dalla Legge finanziaria 2005. Si andrà in Appello. Il primo gol lo aveva segnato l’amministrazione la scorsa estate, quando il Tribunale ordinario di Roma aveva stabilito che il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) dovrà versare 4 milioni e 166 mila euro nelle casse monticellesi, come compensazione per la vicinanza all’ex centrale di Caorso. Il sindaco Gimmi Distante aveva esultato, ma non troppo.

Consapevole del fatto, che la palla sarebbe potuta tornare al centro: «La sentenza è la prova che quella decurtazione non era legittima — era stato il suo commento — ma dobbiamo capire se si andrà in secondo grado com’è accaduto al Comune di Caorso». Non si sbagliava, perché l’Avvocatura generale dello Stato ha impugnato la sentenza e depositato ricorso presso la Corte d’appello di Roma. Da qui la necessità del Comune di attribuire un nuovo incarico legale, all’avvocato Xavier Santiapichi, stanziando circa quattromila euro per le spese processuali.


«Ci aspettavamo il ricorso ed è puntualmente arrivato — spiega ora il sindaco di Monticelli —: ci siamo costituiti e nel frattempo siamo in attesa della sentenza di Cassazione relativa alla causa parallela, quella che riguarda Caorso a cui nei mesi scorsi sono stati riassegnati 29 milioni di euro. Questa decisione è attesa per dicembre e chiuderebbe definitivamente la vicenda caorsana, agevolando molto ragionevolmente anche la chiusura delle altre cause pendenti, visto che di fatto sono uguali».


Entrambi i Comuni hanno contestato e continuano a contestare la decurtazione del 70% delle compensazioni stabilita dal Cipe. Caorso aveva presentato ricorso già nel 2011, mentre Monticelli si è fatto avanti nel 2017, con la possibilità di far valere i suoi diritti per dieci anni a ritroso, vale a dire dal 2007 al 2017. A Monticelli ci si aspettava oltre un milione di euro di contributo, ma la sentenza di giugno è andata ben oltre le attese con l’assegnazione di più di 4 milioni. Per Caorso, invece, la bella notizia era arrivata nella tarda primavera, quando anche la Corte d’appello di Roma aveva deciso di rendere all’ente quasi 30 milioni di euro.

Subito messi a disposizione per effetto di un atto di pignoramento disposto dal Tribunale di Roma, ma «congelati» a causa del successivo ricorso in Cassazione da parte del Cipe. Insieme al Comune di Monticelli a far causa all’organo interministeriale erano stati anche quelli di Caselle Landi e Castelnuovo Bocca d’Adda nel Lodigiano (in primo grado sono stati assegnati loro rispettivamente 1,8 e 1,5 milioni di euro), la Provincia di Vercelli (74 milioni), i Comuni di Cigliano (3,4 milioni) e di Verolengo (6,2 milioni). Se confermate, le somme dovrebbero essere spese per interventi legati prevalentemente all’ambiente.

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