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FESTA DEL TORRONE 2022

«Il Cinema Tognazzi riaccenda le luci, la città lo merita»

La proposta dei figli del grande Ugo, ora ufficialmente quarta T di Cremona: «Lavoriamo insieme per trovare una soluzione»

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

21 Novembre 2022 - 08:51

«Il Cinema Tognazzi riaccenda le luci, la città lo merita»

CREMONA - «C’è una ferita in città di cui troppo spesso ci dimentichiamo: sono le luci spente del cinema Tognazzi. Oggi si celebrano i 100 anni di Ugo. Ma non si potrebbe fare qualcosa?», ha chiesto Marco Bencivenga, direttore de «La Provincia» nel corso della premiazione del Torrone d’Oro, sollecitando una soluzione da condividere insieme, proprio partendo dalla decisione di fare del grande Ugo la «Quarta T di Cremona». Lo sforzo suggerito è quello di passare dal simbolo all’azione condivisa nel nome del grande attore, come dell’arte cinematografica.

Ricky e Gianmarco Tognazzi


«Certo sarebbe bello poter riaprire quella sala — ha detto Ricky Tognazzi — pur nella consapevolezza che alla fruizione dei film in sala la pandemia ha inferto un colpo pesantissimo che si è venuto a sovrapporre a una crisi già esistente e legata alle nuove piattaforme di fruizione di materiali video. Certo vedere l’insegna Cinema Tognazzi spenta fa male, bisognerebbe riaprire la sala, pensare a una nuova funzione. O togliere il nome, se la si considera persa».

A proseguire la riflessione su quella multisala inaugurata agli inizia degli anni Novanta è Gianmarco: «Ma forse, oggi più che mai, stiamo riscoprendo la voglia di fare comunità, dopo la pandemia. Credo che anche le sale piccole, come quella dedicata a Ugo, potrebbero essere una risorsa per ridare vita ai centri storici. Il pensiero non va solo a Cremona, ma a tante città che sentono questo bisogno. Le sale di prossimità sono come i negozi di prossimità, rappresentano l’anima di un luogo e di una città».


E il sindaco Gianluca Galimberti è intervenuto dicendo: «La questione Cinema Tognazzi è ben presente e nota, ma stiamo parlando di uno stabile privato e su cui il pubblico ha pochi margini d’azione. Nel cuore della città il Cinema Filo è un esempio di difesa delle sale di prossimità, grazie a giovani imprenditori che con passione ne curano la gestione e la programmazione».

E da qui la proposta di Gianmarco: «Se non è possibile riaprire le sale Tognazzi, perché non pensare a legare il nome del Filo a Tognazzi, dopotutto sul palcoscenico di quel teatro mio padre debuttò. Non sarebbe male pensare al Cinema Filo-Tognazzi. È solo un’idea, se le sale in cui si organizzò il premio di cabaret dedicato a papà non potranno tornare in vita. Sarebbe bello pensare a uno spazio che possa unire cinema e teatro e offrirsi come spazio scenico per spettacoli non adatti a un teatro grande come il Ponchielli». Poi, davanti alla mostra allestita in sala Alabardieri, Gianmarco ha chiesto: «Sarebbe bello poter portare i pannelli di questo omaggio espositivo a papà nella nostra casa museo a Velletri. Avete fatto proprio un bel lavoro, che racconta papà in tutti i suoi aspetti. Sarebbe bello averla».

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