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BASSA PIACENTINA

Milena Raiola, da Monticelli d'Ongina alla Maratona di New York

I monticellesi sono abituati a vederla dietro al bancone dello storico bar gelateria di via Martiri, ma in questi giorni è volata oltreoceano per coronare il suo sogno

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

09 Novembre 2022 - 05:10

Maratona

MONTICELLI - I monticellesi sono abituati a vederla dietro al bancone dello storico bar gelateria di via Martiri, ma in questi giorni Milena Raiola è volata oltreoceano per coronare il suo sogno: partecipare alla maratona di New York. La sua è un’impresa sportiva da record, perché è passata dai 30 secondi di corsa agli oltre 42 chilometri nella Grande Mela. «Ho iniziato a correre nel 2017 quando ho scoperto che due mie coscritte, Elena e Milena, si stavano allenando per la 10 km di Cremona – ci racconta –. ‘Correte per ben 10 km?!’, ho chiesto loro con stupore. Poi ho pensato che avrei voluto provare anche io e così mi sono messa in gioco. Ho iniziato con 30 secondi di corsa e 30 di passo… ma piano piano sono arrivata a 10 km consecutivi. Ho deciso che prima o poi avrei fatto la maratona di New York».

Da lì è iniziato un lungo percorso fatto di fatica, rinunce e costanza: «Chi non ha mai corso seriamente – continua Milena – deve impostare un percorso di molti mesi fatto di allenamenti duri con caldo soffocante, freddo polare, alimentazione controllata che ti porta a rinunciare a tante cose buone e a cene con amici, il tutto inserito nel proprio contesto lavorativo che per me occupa 80 e passa ore settimanali. É stato veramente impegnativo. Per quelli che non sono veri atleti ci vogliono forti motivazioni, la mia è stata quella di voler fare qualcosa di straordinario». L’atteso momento è arrivato domenica scorsa: sveglia alle ore 4.30, doccia, colazione e alle 6 Milena è salita sul pullman che l’ha portata a Staten island. «Clima caldissimo e umido, ma per noi della pianura padana niente di nuovo – racconta la monticellese –. La partenza dei 50 mila runner è stata suddivisa e la mia è stata alle 10.20. Inno nazionale, colpi di cannone e via. Appena entrata a Brooklyn c’era la folla. Sulla maglietta avevo scritto ‘Milena-Ita’, così mi chiamano per nome e mi urlavano parole in italiano per incitarmi».

Al 33esimo chilometro è iniziata la crisi: «Lì mi sono resa conto che ero sola con me stessa e con la paura di non farcela. Dolori e fatica, mal di stomaco e mal di testa. In quei momenti si corre contro la voglia di fermarsi e lo sforzo prolungato manda a quel paese tutti gli allenamenti. Ma entra in gioco la testa: mi sono ripetuta ‘Mancano solo 9 km’. Ho cominciato a pensare agli allenamenti passati e ho contato alla rovescia: -8, -7, -6 e così via». Poi l’arrivo e la medaglia al collo, esausta ma radiosa. «Sono orgogliosa di me: le 5 ore, 15 minuti e 41 secondi più emozionanti della mia vita». Milena precisa che ce l’ha fatta grazie a chi l’ha supportata nel percorso di preparazione: il suo coach Roberto Martini, il fisioterapista Leonardo Spotti «e per ultimo ma non ultimo Andrea, che mi ha seguito e sostenuto in tutto il mio viaggio». Anche da Monticelli sono arrivati tifo e complimenti. Ed ora i compaesani la attendono dietro al bar Raiola, per racconti e curiosità.

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