L'ANALISI
06 Novembre 2022 - 17:57
CREMONA - Un filo di solidarietà mai interrotto dal 1558, anno di fondazione della Confraternita degli orfani, che attraverso i secoli arriva fino al 1924 con la nascita della Lazzaro Chiappari ex allievi dell’orfanotrofio Manini e arriva ai nostri giorni con la celebrazione e la festa dei 98 anni che si è tenuta oggi nella sede della «Fondazione città di Cremona». E tra antiche lapide di benefattori e filantropi si è parlato di nuove necessità, di nuovi bisogni, con una certezza secolare che il presidente, Arnaldo Scazzoli, ha riassunto in tre parole —«Noi ci siamo» — che da sempre cercano di assicurare un futuro a ragazzi senza famiglia o in difficoltà.
Un appuntamento da grande occasione: l’antica sala della Casa della Carità di piazza Giovanni XXIII era gremita di gente, di soci, dei ragazzi della comunità e di educatori, di ospiti e di autorità, tutti riuniti sotto lo stendardo opera di Giulio Campi. La cerimonia era partita nella vicina chiesa di San Siro, dove è stata celebrata la messa in memoria dei defunti. Poi uno dei momenti più toccanti con la deposizione della corona sulla lapide degli allievi morti in guerra sulle note del «Silenzio fuori ordinanza». Al termine il folto gruppo si è spostato nella sala e a fare gli onori di casa ci ha pensato il vicepresidente della Chiappari e vice dalle Fondazione Città di Cremona, Fiorenzo Bassi, che ha sottolineato l’importanza di «ritrovarsi qui dopo tre anni di stop» e cede il microfono a Scazzoli.
Il presidente ha cadenzato le parole, che sono risuonate in una sala silenziosa e attentissima. Perfino la naturale esuberanza dei ragazzi è stata catturata dal trasporto emotivo di Scazzoli, un intervento non solo empatico, ma molto pratico, il suo. Il presidente infatti ha spiegato come si muove l’associazione, tutti i passi in avanti fatti da soli. Non ha nascosto le difficoltà del momento, ma ha concluso ancora con un bene augurante: «Noi ci siamo e ci deve seguire sempre una certezza: che chi ci è vicino, è un amico». Uliana Garoli, presidente della Fondazione, ha sottolineato il ruolo solidale e sociale che ha l’ente, accennando anche al patrimonio che appartiene a tutta la città, ma sottolineando soprattutto «l’opera instancabile della Chiappari, che porta antichi valori arrivati intatti fino a noi».
Il sindaco, Gianluca Galimberti, (c’erano anche gli assessori Rosita Viola e Maura Ruggeri) si è «inchinato di fronte alla vostra forza e coraggio: un testimone che passa attraverso l'amicizia». Il sindaco ha spiegato come cambiano i bisogni e ha ripreso un tema da lui più volte sottolineato: quello dei minori non accompagnati: «In città ne abbiamo 260, un nuovo bisogno che occorre affrontare con forza ed efficienza, con la stessa efficienza con la quale da 90 anni opera la Lazzaro Chiappari». In proposito, il sindaco e Scazzoli hanno ringraziato gli educatori e la cooperativa Il Sentiero. La cerimonia si è conclusa con due momenti toccanti: la consegna di una storica medaglia a Scazzoli e la consegna dei riconoscimenti ai ragazzi delle comunità da parte degli ospiti (Luigi Casalino dei Ciudin di Vercelli e Sandro Baciocchi degli ex Martinit e Stelline di Milano) e delle autorità. L’esuberanza dei ragazzi ha potuto, finalmente, rallegrare le antiche sale.
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