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NEL CASALASCO

«Adesso il Pd deve cambiare pelle»

Documento dei circoli di Casalmaggiore, Piadena Drizzona e Gussola

Fabio Guerreschi

Email:

fguerreschi@laprovinciacr.it

03 Novembre 2022 - 20:08

«Adesso il Pd deve cambiare pelle»

CASALMAGGIORE - I circoli Pd del Casalasco (Casalmaggiore, Piadena Drizzona e Gussola) alzano la voce in vista dei congressi del partito (provinciale, regionale, nazionale), chiedendo un cambio di rotta del Pd: «Dobbiamo capire da che parte stare». I tre segretari Mario Daina, Andrea Cantoni e Alex Pittari «rivendicano» la necessità di un cambiamento di credibilità e d’identità che il Pd sembra aver smarrito. Un cambiamento che deve arrivare «dal basso, dai circoli. Siamo altro rispetto a chi ci vuole usare solo come distributori automatici di volantini. Non chiediamo lo scioglimento del partito, ma un congresso costituente vero, di rifondazione, da cui deve uscire chi vogliamo essere».


Le ferite delle elezioni politiche del 25 settembre sono ancora aperte e ci vorrà tempo per rimarginarle. Ma bisogna iniziare «con una seria autocritica su contenuti e organizzazione del partito. Basta sacrificare la base per la sete di potere, per la poltrona da occupare e non abbandonare più». I tre circoli hanno stilato un documento che hanno inviato ai vertici locali e nazionali del Pd proprio per discutere sulla crisi del partito, una crisi non solo elettorale, ma anche culturale e politica. «Dobbiamo riappropriarci di temi come il precariato, la povertà, le disuguaglianze, i giovani e tornare a essere il partito dell’articolo 3 della Costituzione. Se all’interno del partito c’è la necessità di creare correnti che siano fatte per il confronto e non per l’autoreferenzialità o per la spartizione del potere. Abbandoniamo i palazzi e torniamo nelle piazze e nelle periferie. Il Pd deve cambiare pelle».


I circoli casalaschi esprimono nel documento, e a più riprese, il loro profondo malessere. «Il congresso deve ridare le speranza che il Pd abbia capito la lezione. L’alternativa c’è: essere, una volta per tutte, il partito della giustizia sociale e il partito della giustizia ambientale, due temi su cui ruotano tutti gli altri. Rifarsi il trucco con un nome nuovo non servirebbe a niente, dobbiamo essere più profondi, a partire dalla classe dirigente che, a livello nazionale, ha dato prova di non essere più all’altezza della situazione. Ci vuole rinnovamento anche in questo e il rinnovamento può arrivare dal basso, dai circoli, a patto che si cambi la legge elettorale e permetta a chiunque di essere eletto». 

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