L'ANALISI
29 Ottobre 2022 - 17:13
CREMONA - Dopo lo schianto fugge, quasi sperona un’altra vettura e si dilegua. Poi, spinto anche dal proprietario della vettura sulla quale viaggiava, si presenta al comando della Polizia locale e di lì a poco viene arrestato su indicazione del magistrato di turno.
Una vicenda che lascia senza parole quella avvenuta intorno alle 13 di oggi, primo atto alle porte di Cremona, alla rotatoria della via Mantova di San Felice, secondo al comando della Municipale di piazza Libertà. Protagonista un cremonese di mezza età.
Sulla decisione di far scattare la misura restrittiva ha pesato il fatto che l’automobilista ha dei precedenti specifici legati a incidenti e anche a guida in condizioni di non piena lucidità, come hanno spiegato gli inquirenti. Sono circa le 13 quando la vettura condotta dal cremonese, una Kia nera, arriva alla rotatoria. Una manovra errata fa scattare la collisione con la prima auto che si trova ferma davanti, una Fiat 500 con a bordo due ragazzi di Bergamo diretti verso un ristorante.
Dopo quel primo impatto, l’utilitaria va a urtare contro il furgone che la precede. Tutto potrebbe essere gestito come un normale incidente, ma non va così. L’uomo che ha provocato il doppio schianto riparte e si allontana. A questo punto succede quello che non ti aspetti. Una signora in fila, al volante di un’altra utilitaria, si mette all’inseguimento dell’auto pirata.
In prossimità di Gadesco il fuggitivo imbocca una strada laterale che non ha via d’uscita. Quando l’inseguitrice si avvicina, per aprirsi una via di fuga, compie una manovra che sembra un tentativo di speronamento. L’obiettivo è raggiunto: la strada si libera e l’uomo si dilegua. L’epilogo poco più tardi.
Mentre sul posto gli agenti della Polizia locale, coordinati dal comandante Luca Iubini, che ha seguito la vicenda in tempo reale, procedono ai rilievi e raccolgono le testimonianze (la ragazza bergamasca a bordo della 500 viene soccorsa dal 118 in codice verde, lesioni lievi) il fuggitivo raggiunge il proprietario dell’auto, che vede i danni e chiede conto dell’accaduto.
Di lì a poco il fuggitivo si presenta al comando di piazza Libertà. Poi un giro di telefonate con la procura e la formalizzazione dell’arresto.
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