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RIESPLODE L'IRA DEI PENDOLARI

Treni, mattinata nera tra ritardi record e rabbia

A causa di un problema sulla linea, convogli per Milano a destinazione anche 90 minuti oltre il previsto

Giulio Solzi Gaboardi

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redazione@laprovinciacr.it

27 Ottobre 2022 - 18:08

Treni, mattinata nera tra ritardi record e rabbia

CREMONA - Non finisce l’incubo dei pendolari cremonesi, che oggi sono stati vittime del solito copione: infrastruttura guasta e ritardo infinito. Alle 7,13 il treno 2156 partito in orario da Cremona alle 7,53 viaggia con quindici minuti di ritardo per gli incroci con altri treni della linea Mantova-Milano nella tratta a binario unico. Poi il capotreno annuncia un guasto a un passaggio a livello situato tra Acquanegra Cremonese e Ponte d’Adda. Previsti trenta minuti di ritardo. Man mano i trenta minuti diventano quarantacinque, poi sessanta, infine settanta. Cambia la scena, stessi problemi, frutto del primo disservizio.

Il 2158 alle 7,30 non lascia la stazione di Cremona. Il 2156 riparte da Acquanegra dopo l’attesa interminabile e arriva a Codogno. Come se non bastasse, a Codogno il treno per Milano Centrale si ferma. La corsa finisce prima, i ritardi si accumulano. I passeggeri, una volta arrivati a Codogno, vengono fatti scendere e mandati al binario 3, ad attendere il treno delle 8,49, che da Piacenza si dirige alla stazione Milano Greco Pirelli.

Penalizzati i (tanti) passeggeri diretti a Centrale (questo treno ferma a Lodi, Rogoredo e Lambrate, ma non in stazione Centrale). Penalizzati anche tutti gli altri, costretti ad aspettare al freddo e nella nebbia il treno da Piacenza (anch’esso in ritardo, seppur di solo una decina di minuti). In tutto novanta minuti di ritardo sulla corsa del 2156 e almeno sessanta minuti sulle corse successive. Altri novanta minuti per il 2162, in partenza da Cremona alle 9,30. Insomma, un’altra giornata nera. Il bilancio è pesante: lezioni e appuntamenti saltati, coincidenze perse, ritardi al lavoro.

Si tratta delle conseguenze con le quali i pendolari cremonesi (e, più in generale, coloro che quotidianamente devono affrontare le insidie della Mantova-Milano) devono convivere con una frequenza disarmante. Una situazione che va avanti da anni e che spesso porta allo uno scambio di bordate e bacchettate reciproche tra le istituzioni (i mezzi sono di Trenord, ma la linea è gestita da Ferrovie dello Stato). Dopo enormi «polveroni», tutto si è sempre risolto in un nulla di fatto, con i pendolari costretti a mettersi il cuore in pace di continuo, e a fare i conti con una porzione della loro giornata in cui la mobilità, per quanto riguarda la variante tempo, chiede loro davvero troppo.

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