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CORONAVIRUS. IL QUADRO

Covid: in provincia di Cremona 263 nuovi casi

In Lombardia tasso di positività stabile al 18,7%. Sono 7.983 i contagi e 26 i decessi, ricoveri in calo

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

20 Ottobre 2022 - 18:41

Covid: in provincia di Cremona 263 nuovi casi

CREMONA - Con 42.561 tamponi effettuati è di 7.983 il numero di nuovi positivi al Covid registrati in Lombardia - 263 in provincia di Cremona - con un tasso di positività stabile al 18,7%. Il numero dei ricoverati è in calo nelle terapie intensive (-3, 20) e nei reparti (-11, 1.181). Sono 26 i decessi che portano il totale da inizio pandemia a 42.870.

covid

I DATI IN ITALIA

Continuano a salire, nell’ultima settimana, i ricoveri ed i decessi per Covid in Italia, mentre si conferma in diminuzione il trend dei nuovi contagi. Un andamento che vede al contempo un lieve aumento dei nuovi vaccinati anche se resta ancora basso il numero delle persone che hanno effettuato la quarta dose. Sullo sfondo, resta la preoccupazione per il possibile emergere di nuove varianti del virus SarsCoV2 e, al momento, gli occhi sono puntati su una nuova sottovariante recentemente segnalata, la XBB. 

Il quadro aggiornato dell’andamento epidemico arriva dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 12-18 ottobre. Tornano a scendere dunque, nell’ultima settimana, i contagi Covid (-6,2%), ma crescono i ricoveri ordinari (+11,7%), le terapie intensive (+13,4%) ed i decessi (+38,4%). Gimbe rileva un calo dei nuovi casi (275.628 contro 293.902) che riguarda tutte le regioni tranne Puglia, Sardegna e Sicilia.

In aumento invece l’occupazione dei posti letto in area medica (+734) che, dopo aver raggiunto il minimo di 3.293 il 24 settembre, arrivano a 6.993 il 18 ottobre. In aumento anche le intensive (+30). E crescono i decessi (544 contro 393) con una media di 78 al giorno. Al 18 ottobre il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è dell’11% in area medica (dal 5,1% del Molise e della Puglia al 50,7% della Valle D’Aosta) e del 2,8% in area critica (dallo 0% della Basilicata e del Molise al 7,7% della Valle D’Aosta). Percentuali in crescita ma che restano comunque ben al di sotto delle soglie di allerta, fissate al 15% per l’area medica ed al 10% per le terapie intensive.

IL COVID HA RIDOTTO L'ASPETTATIVA DI VITA

Che siano dovuti a tumori o a incidenti, in Italia, 6 decessi su 10 sarebbero evitabili tra gli under 75, ovvero sono legati a cause prevenibili o curabili. E forte è il gap tra uomini e donne, a svantaggio dei primi, così come tra Nord e Sud del Paese. A pesare su questo è stata la pandemia.

Il Covid infatti ha ridotto aspettativa di vita, screening e cure nel 2020, ma l’accesso alle cure ha visto una "ripresa» nel 2021 con 371.000 ricoveri in più rispetto all’anno precedente. È il quadro tracciato dalla Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2017-2021, pubblicata sul portale del Ministero della Salute e inviata al Parlamento.

Nel 2019, infatti, sono decedute per 'cause prevenibilì con stili di vita più salutari e con la riduzione di rischi ambientali o 'trattabili' con diagnosi e cura veloci 96.400 persone, pari al 63% di tutti i decessi sotto i 75 anni.

Di questi, 60.987 erano uomini e 35.413 donne: disuguaglianze spiegabili soprattutto con la 'componente prevenibile' (dovuta a abuso di alcol, fumo, alimentazione scorretta, incidenti di auto o sul lavoro), visto che negli uomini i decessi legati a queste cause sono quasi il triplo. Negli uomini, inoltre, la principale causa di morte è il tumore al polmone, malattia prevenibile che causa oltre 10.700 decessi in un anno, mentre nelle donne il tumore al seno, malattia trattabile se diagnosticata tempestivamente, provoca circa 6.000 vittime l’anno.

Certo, l'Italia va molto meglio di altri Paesi europei. Ma, se al Nord e al Centro si presentano i tassi più bassi di mortalità evitabile, al Sud e nelle Isole si confermano quelli più alti. La situazione più critica è in Campania, quella più favorevole
nella Provincia Autonoma di Trento. 

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