L'ANALISI
20 Ottobre 2022 - 18:17
El Mustapha Bendahbi
CASTELVERDE - Una comunità sotto shock per la morte di El Mustapha Bendahbi, il 50enne di origine marocchine, deceduto ieri mentre era al lavoro alla MG Prefabbricati. Da un lato la famiglia, distrutta dal dolore, dall’altro i titolari dell’azienda che non si danno pace per l’accaduto. E poi il paese che, compostamente, cerca di far sentire la propria vicinanza. Nessuno risponde al citofono dell’appartamento di via Stradivari, al civico 6, dove vivono la moglie, i due figli e la sorella di El Mustapha, arrivato in Italia quando era ragazzo, con la mamma.
«Ha sempre vissuto qua, lavorava da tanti anni in provincia di Cremona, da qualche mese aveva questo nuovo lavoro». Il suo corpo è ancora all’obitorio di Cremona, in attesa che venga concesso il via libera dall’autorità giudiziaria. Quasi certamente i funerali si terranno in Marocco, sua terra d’origine. A confermarlo sono gli stessi familiari. E mentre la nipote, velocemente, entra anche lei nella palazzina, si sente dalle finestre appena socchiuse la disperazione della famiglia.
Nel frattempo i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, questa mattina, hanno effettuato un incontro con i titolari dell’azienda che hanno deciso di interrompere la produzione.
«Con grande disponibilità – spiegano Paola Pittera (Fillea Cgil) e Alessandro Nola (Filca Cisl) – abbiamo avuto un incontro con i titolari della MG Prefabbricati. I colleghi e i datori di lavoro erano sconvolti per quanto accaduto e per questo motivo, nel rispetto di tutti, si è deciso di sospendere la produzione. L’azienda si è messa a completa disposizione della famiglia per aiutarli in questo difficile momento, sostenendoli anche nell’affrontare le spese del funerale e il trasporto della salma qualora decidano di riportarla nel paese d’origine. Nei prossimi giorni faremo anche un’assemblea sindacale con i lavoratori».
In una nota congiunta Nola, Pittera e Michele Zapponi (Fenea Uil) sottolineano inoltre che «si tratta dell’ennesimo lavoratore che non torna dai suoi affetti e perde la vita lavorando, aumentando i numeri di questa mattanza. Dai primi riscontri l’operaio stava sistemando delle lastre in cemento, una delle quali cadendo lo ha schiacciato, una dinamica ormai conosciuta e nota. Sono momenti di stanziante dolore nei quale deve prevalere la vicinanza del mondo del lavoro e delle istituzioni ai familiari. Nessun infortunio avviene per caso, alla base degli incidenti mortali ci sono sempre cause di impreparazione, di sottovalutazione o di mancato rispetto delle normative di sicurezza. Abbiamo detto troppe volte che di lavoro si deve vivere e non morire, ma non si riesce a rompere questa catena drammatica di eventi. La sicurezza sul lavoro non sono un problema sindacale, ma sociale, politica e istituzionale. Le segreterie territoriali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, unitamente alle segreterie confederali esprimo la loro solidarietà ai familiari di Bendahbi».
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