L'ANALISI
17 Ottobre 2022 - 16:14
CAORSO - Sta meglio e deve la sua vita all’uso del defibrillatore da parte di un amico. Roberto Finetti, 67 anni, dall’ospedale di Piacenza racconta quanto accaduto qualche giorno fa, mentre si trovava all’ex scuola di Zerbio per una serata di ballo: “Ci siamo riuniti, come al solito, per ballare tutti insieme. Ero in pista, mi sentivo affaticato, ma davo la colpa all’asma, di cui soffro. A un certo punto la vista mi si è annebbiata e sono crollato al suolo. Un mio amico non ha perso tempo ed è intervenuto con il defibrillatore, collocato appena fuori dalla scuola. Il 118 è stato immediatamente chiamato ed è intervenuto in tempi rapidissimi. Adesso mi fa sorridere pensare che proprio noi della scuola di ballo avevamo insistito affinché ne fosse installato uno anche a Zerbio. Avevamo quasi il presentimento che, prima o poi, ne avremmo avuto bisogno. Tra l’altro, tutti noi abbiamo fatto il corso di Progetto Vita”.
Ausl Piacenza fa sapere che con il signor Roberto sono salite a 136 le persone salvate da uno dei defibrillatori installati dall’associazione, di cui è presidente la dottoressa Daniela Aschieri, direttore del reparto di Cardiologia dell’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza. “Quanto accaduto a Caorso è l’ennesima prova, a conferma di una verità ormai inconfutabile: quando c’è un defibrillatore, si salva una vita. Senza sforzi eccessivi, serve solo tempismo. Per questo, oggi, il defibrillatore deve essere sempre più diffuso nei luoghi pubblici. Ma non solo, ce ne vorrebbe uno per ogni palazzo, perché ciò che è accaduto al signor Roberto può accadere a tanti, senza che il soggetto avverta particolari sintomi premonitori. Caorso – prosegue Aschieri – ha sempre tenuto molto al Progetto Vita, e ora il signor Finetti, reduce da un arresto cardiaco, sta bene grazie a un defibrillatore, uno strumento che oggi, tanto semplice è il suo utilizzo, non bisogna neppure imparare ad usare. Basta che ci sia”.
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