L'ANALISI
14 Ottobre 2022 - 05:05
CREMONA - Seduti composti ai banchi del Senato e quasi dirimpettai: un po’ come tornare al primo giorno di scuola. Ieri a palazzo Madama l’esordio di Renato Ancorotti e Carlo Cottarelli, eletti rispettivamente con Fratelli d’Italia e Partito democratico, chiamati come i loro 198 colleghi ad eleggere il presidente del Senato, la seconda carica dello Stato: l’assemblea ha poi scelto Ignazio La Russa di Fdi.
Emozioni di una giornata particolare per i due neo senatori cremonesi. Da entrambi parole di apprezzamento per l’intervento della senatrice Liliana Segre a cui, in quanto più anziana in carica, è toccato il compito di aprire la seduta. «Ho ascoltato con interesse il discorso della senatrice a vita – esordisce Ancorotti – che ci ha esortati a lavorare con buonsenso e sobrietà. È un appello che raccolgo con determinazione, consapevole della drammatica situazione internazionale in cui ci troveremo ad operare, ma dalla quale non ci faremo intimorire».
Il neo senatore cita Adriano Olivetti: «Lavoro, cultura, servizi, democrazia sono state le sue parole d’ordine. Concetti che sento miei e per i quali da oggi mi impegnerò anche in questa nuova veste». Nessun dubbio, ovviamente, nel voto per il presidente. Cosa che altrettanto ovviamente non ha fatto Cottarelli. «Una giornata emozionante – racconta l’economista –: poi la sorpresa finale dei 17 voti in più presi da La Russa, rispetto al numero di eletti per il centrodestra. Nel primo giorno del nuovo Senato si è prima spaccata la maggioranza poi l’opposizione. «Verrebbe da dire: ne vedremo delle belle... ma di bello non c’è molto, tranne il discorso molto intenso e commovente di Liliana Segre. Chi ha votato La Russa al di fuori della coalizione di maggioranza? Come al solito, a cose fatte pare non sia stato nessuno».
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