Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

SORESINA

Per Alberto addio tra le lacrime. La chiesa di San Siro non basta

In tanti ai funerali dell’imprenditore 49enne rimasto vittima di un tragico infortunio sul lavoro nella sua officina meccanica

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

28 Settembre 2022 - 08:48

Per Alberto addio tra le lacrime. La chiesa di San Siro non basta

Alberto Pedrazzi e la cerimonia funebre in San Siro a Soresina

SORESINA - Il sagrato della chiesa parrocchiale di San Siro, ieri mattina, gremito a dismisura. Parenti, amici, dipendenti ed ex, soresinesi e i soncinesi, tutti riuniti per dare l’ultimo saluto ad Alberto Pedrazzi, l’imprenditore 49enne che ha perso la vita in un tragico incidente sul lavoro venerdì scorso, mentre si trovava nella sua officina meccanica. Un lungo corteo ha accompagnato il feretro fin nella navata centrale. L’arciprete don Angelo Piccinelli: «Teresa, Fiammetta, Simona. Scusateci se siamo stati in grado di dire solo parole di circostanza, frasi fatte. Non c’è frase giusta di fronte a un tale dolore. Ma la verità è che nella morte, grazie a Gesù, non c’è più maledizione ma benedizione. La morte diventa compimento del senso della vita. Alberto ora è vicino a Dio e nelle mani di Dio e questo deve darci speranza anche nella sofferenza».


Solo lacrime per Alberto. Lacrime e, come ricordato dal parroco Piccinelli, «il silenzioso rispetto della discrezione». Quel maledetto venerdì pomeriggio può sembrare lontano, eppure è ancora fin troppo vicino per dimenticare anche il pur minimo dettaglio. Un destino terribile quello toccato a Pedrazzi, grande lavoratore e stimato amico per moltissimi soresinesi e soncinesi. Per la sorella Simona e la mamma Teresa, nota volontaria del Sirino, una nuova pugnalata. Anche Giacomo Pedrazzi, papà di Alberto, era infatti scomparso in un tragico incidente. A strappargli la vita un’automobile, a prendersi il figlio un macchinario industriale. Una famiglia che ha saputo, e sa ancora, affrontare con coraggio e grande dignità un dolore che pare insostenibile. Così come Fiammetta, la moglie. Ad aiutarli, con affetto e sostegno, tantissimi amici. Ma solo il tempo saprà forse sanare la ferita.

«Non c’è alternativa. Abbiamo bisogno di elaborare con molta pazienza le esperienze del dolore e della morte — ha commentato dal pulpito il primo sacerdote di Soresina —: dobbiamo scusarci, tutti noi, per esservi solo stati vicini senza darvi le reali ragioni della speranza. Abbiamo insistito sulla tragedia senza dare quell’annuncio che davvero serviva: che Gesù si è fatto maledetto così che la morte, maledetta, divenisse una benedizione, la salvezza. Lui, per noi, ha spuntato alla morte il pungiglione e così l’ha trasformata nella via per una nuova e migliore vita». Al termine della funzione si è formato nuovamente il corteo funebre, che ha accompagnato Alberto nel suo ultimo viaggio verso il cimitero di Soresina. Gli amici l’hanno visto così per l’ultima volta. Il messaggio: «Ci mancherai, eri un uomo straordinario. Conoscerti è stato un grande onore».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400