L'ANALISI
27 Settembre 2022 - 05:20
CASALMAGGIORE - «La vittoria della coalizione di centrodestra è chiarissima e lampante — dice il sindaco Filippo Bongiovanni —. Nel nostro collegio ha preso oltre il 50% dei voti, migliorando anche la percentuale globale di 5 anni fa, quindi qualsiasi operazione in stile ammucchiata contro qualcuno non avrebbe avuto effetti. Il popolo si è espresso democraticamente ed occorre portare il massimo rispetto di quanto gli elettori hanno detto. L’analisi del voto deve inevitabilmente affrontare quanto successo 5 anni fa. I rapporti di forza all’interno della coalizione di centro destra si sono spostati. La Lega da primo partito è diventato il secondo in Lombardia e anche in Provincia sostanzialmente ha dimezzato i propri voti, Forza Italia da secondo a terzo, sempre dimezzando i voti».
Il sindaco di Casalmaggiore continua la sua analisi osservando che «la forza trainante è Fratelli d’Italia che ha raggiunto il 32% dal 4,7 di 5 anni fa. Le spiegazioni possono stare nel fatto che mai questo partito è stato al Governo e che la sua leader è stata coerente negli anni nelle sue posizioni. Quindi la riflessione ulteriore è che, direi dal 2014, c’è un 20% di elettorato che si sposta sulla base della piena fiducia nel leader più in voga al momento, a prescindere dalla provenienza: Renzi, Grillo-Di Maio, Salvini, ora Meloni. È giusto che la stessa venga proposta come presidente del Consiglio: provi a governare e amministrare il Paese, che non è esattamente come fare opposizione».
Prosegue Bongiovanni: «È chiaro che il mio partito, la Lega, dovrà fare riflessioni interne serie sul progetto politico, sul messaggio e sugli obiettivi futuri. Di fatto le percentuali odierne sono state costruite al nord tra Lombardia e Veneto, dove seppur in calo, ha tenuto lo zoccolo duro. La panoramica sugli altri partiti vede il Movimento 5 stelle perdere circa il 20%, che si è appunto distribuito su altri movimenti di protesta e su Fratelli d’Italia almeno al nord, mentre al Sud ha tenuto percentuali buone, vincendo qualche collegio uninominale in Campania.
Il Pd ha fatto la stessa magra figura di 5 anni fa, con alleati che hanno preso qualche percentuale in più del passato ma non significativo. Si è creato un polo centrista da una costola del Pd attorno al 7,5% guadagnato appunto distinguendosi e non alleandosi al partito di Letta e che ha raccolto voti dai moderati, raccogliendo sia dal centro destra che dal centro sinistra».
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