L'ANALISI
10 Settembre 2022 - 05:25
Andras Gennari, Luigi Bossi, Gian Luca Pani, Paola Brugnoli, Maria Luise Polig e Chiara Capetti
CREMA - Il primo corso per diventare volontari di protezione civile che viene organizzato in Italia per studenti degli istituti di formazione professionale. Prenderà il via venerdì al Cr.Forma, coinvolgendo 60 studenti al terzo anno dei corsi di indirizzo Meccanico, Termoidraulico ed Elettrico della sede di via Pombioli.
A maggio 2023, dopo 50 ore di formazione in orario di lezione, riceveranno la certificazione internazionale di operatori volontari. Iniziativa lodevole, ma non indolore per il territorio: il mancato coinvolgimento degli «specialisti» cremaschi rischia di lasciare qualche strascico.
Nell’aula magna si sono ritrovati Maria Luise Polig, presidente del Cr.Forma, la direttrice Paola Brugnoli, Gian Luca Pani, risk and disaster manager di Assodima e coordinatore del corso, e Luigi Bossi, presidente onorario dell’associazione volontari Protezione Civile gruppo A2A.
Presenti anche Andras Gennari dell’Agenzia regionale di emergenza urgenza e Chiara Capetti, direttrice della sede cittadina Cr.Forma. Il corso è patrocinato dal Comune di Cremona e dalla Provincia. Le 50 ore complessive saranno divise tra lezioni pratiche e teoriche. L’obiettivo formativo è fornire ai ragazzi competenze tecniche e il quadro del sistema nazionale di protezione civile, dando loro la possibilità, al superamento del test finale, di diventare veri e propri volontari.
I docenti appartengono agli enti e alle istituzioni che seguono lai protezione civile, affiancati dai docenti di Cr.Forma. Volontariato, pianificazione, rischi antropici e naturali, dispositivi di protezioni individuale e cenni sui presidi antincendio, comunicazioni radio, allestimento di un campo, maxiemergenza, gestione e psicologia dell’emergenza. Tra le competenze che gli studenti avranno modo di acquisire anche quella del maintracking, l’analisi delle tracce presenti in un luogo per le attività di ricerca e soccorso.
Come? Attraverso lezioni frontali, interattive, giochi di ruolo e simulazione. La più importante tra queste ultime sarà quella di un incidente aereo di sabato primo ottobre. Un velivolo si schianta sulla scuola e da lì scattano l’evacuazione, l’allestimento di un posto medico avanzato e di un’area protetta per il censimento degli evacuati, la ricerca e il soccorso dei feriti.
«Questo progetto è un perla preziosa per il territorio – ha commentato Polig –: fornirà nuove leve alla protezione civile». Il dirigente scolastico ha aggiunto: «Consentiremo ai ragazzi di acquisire conoscenze e competenze utili alla comunità in occasione di emergenze, specie quelle sempre più frequenti dovute ai cambiamenti climatici, e di ottenere un’attestazione apprezzata anche nel mercato del lavoro. Svilupperanno senso civico, di appartenenza ad una comunità, consapevolezza di ciò che si muove intorno alle emergenze e il crescerà in loro il valore della gratuità, mettere a disposizione il loro impegno». Bossi ha sottolineato la crescita personale dei futuri volontari. «Io lo sono da 46 anni. Ho portato a casa molto di più di quello che sono riuscito a dare».
Parni ha concluso: «Non tutti i ragazzi diventeranno volontari, ma le nozioni che apprenderanno saranno comunque preziose per il loro lavoro e per la comunità».
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