L'ANALISI
31 Agosto 2022 - 09:16
CREMONA - «Elevate concentrazioni, in alcuni punti della rete idrica interna, di legionella patogena per l’uomo»: parla chiaro la relazione del dipartimento Arpac (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente Campania) di Salerno. L’ente avvalora quanto Ats Val Padana ha sospettato fin dal primo momento. E cioè che il batterio killer che in luglio ha provocato la morte di un 65enne di Cremona, morto al Maggiore dopo cinque giorni di ricovero, sarebbe stato ad Ischia. Dove l’uomo ha soggiornato nelle due settimane precedenti al decesso. I contorni della vicenda, però, non sono ancora del tutto chiari e l’indagine non è di certo chiusa.
Perché le analisi a tappeto, disposte sull’isola campana dopo la segnalazione partita da Cremona e in aggiunta alle verifiche di routine agli impianti, hanno per il momento rilevato la legionella in due vasche idromassaggio di proprietà di una struttura alberghiera differente rispetto a quella in cui ha soggiornato il cremonese. Ma posta nelle immediate vicinanze, nella zona di Ischia Porto. Non si esclude, quindi, che il cremonese possa avere frequentato gli impianti termali della struttura adiacente, che su richiesta sono disponibili anche agli esterni. L’esito di questi campionamenti è datato metà agosto mentre, nonostante i solleciti, nulla è stato notificato all’Ats Val Padana in merito alle strutture certamente frequentate dal cremonese.
Intanto il sindaco di Ischia Vincenzo Ferrandino è stato invitato ad emettere un’ordinanza, conseguente alle verifiche dell’Arpac stessa, e l’ha firmata il 25 agosto: ha previsto «l’inibizione all’utilizzo delle vasche 1 e 2 della struttura alberghiera (segue il nome coperto, ndr) nonché la revisione delle misure di controllo messe in atto fino all’avvenuta bonifica e, quindi, di provvedere ad individuare le cause certe di queste positività procedendo alla revisione delle misure di controllo, di cui alle recenti linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi». Dopo l’avvenuta bonifica, il titolare della struttura in questione dovrà provvedere a richiedere l’effettuazione di nuove analisi di laboratorio, per controllare l’assenza del batterio. Potranno avvenire non prima di 48 ore dopo la disinfezione effettuata.
Sulla morte del 65enne cremonese è stata anche aperta un’indagine della magistratura. Rientrato a metà luglio dalla vacanza ad Ischia, aveva subito accusato sintomi respiratori ed era stato inizialmente ricoverato all’ospedale di Brescia per essere poi trasferito a Cremona, dove è morto. I referenti di Ats Val Padana avevano subito ripercorso a ritroso i dieci giorni precedenti ai sintomi dell’uomo, arrivando alla conclusione che il contagio fosse avvenuto proprio nell’isola campana. Tuttavia le indagini non hanno escluso nessuno dei luoghi frequentati dal cremonese una volta rientrato a casa: sono stati controllati tubature ed impianti del domicilio, così come i mezzi di trasporto utilizzati per spostarsi da e per Ischia. Attualmente l’unico riscontro è appunto arrivato dalle vasche termali di una struttura dell’isola. Ad unire i puntini, per stabilire se il decesso del cremonese è in qualche modo collegato alla presenza di legionella accertata nella struttura campana, dovranno essere magistrati ed Autorità sanitarie.
Di certo, i casi di legionella quest’estate sono stati parecchi anche a causa della siccità. Gli ultimi nel Mantovano, a Borgocarbonara dove è stato temporaneamente vietato l’uso dell’acqua dei rubinetti per tracce del batterio rilevate nell’acquedotto comunale, e a Senigallia dove dopo il ricovero di una turista è stata accertata la presenza di legionella in una doccia della spiaggia. Due i decessi registrati: oltre al cremonese, anche una pensionata di Lecco morta ad Olbia.
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