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CORONAVIRUS. IL QUADRO

Covid, in Lombardia diminuiscono i ricoverati

In provincia di Cremona si contano 279 nuovi contagi e 2 vittime. Il virologo Pregliasco: "Non bisogna abbassare la guardia"

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

17 Agosto 2022 - 17:32

Covid,

CREMONA - In Lombardia continuano a diminuire i ricoverati nelle terapie intensive (-3) e diminuiscono i ricoverati nei reparti (-26). A fronte, poi, di 32.129 tamponi effettuati, sono 4.654 i nuovi positivi (il tasso di positività è al 14,4%, ieri era al 10%), 279 in provincia di Cremona. Si registrano 11 decessi, 2 in provincia di Cremona, dato che porta il numero delle vittime da inizio pandemia a 41.998.

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I DATI IN ITALIA

Sono 36.265 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri i contagiati erano 8.944. Le vittime sono 128, in aumento rispetto alle 70 di ieri. I tamponi effettuati sono 228.707. Il tasso è al 15,8%, in aumento rispetto a ieri che era al 14%.

PREGLIASCO: I CASI REALI SONO ALMENO IL TRIPLO

L’aumento dei contagi da Covid-19 rilevato nel bollettino quotidiano del ministero della Salute - che segnala oggi 36.265 positivi rispetto agli 8.944 di ieri - è «determinato dalla variabilità sulla quantità di tamponi eseguiti, che sicuramente in questa fase è molto più ridotta rispetto al passato». Lo rileva Fabrizio Pregliasco, virologo all’Università Statale di Milano, stimando tuttavia come i casi reali siano in realtà «almeno il triplo». «Il fatto - sottolinea - è che c'è una circolazione ampia di soggetti che non fanno il tampone o non rispettano le norme di buon senso, e ciò facilita la diffusione del virus».

Quindi, stima Pregliasco, «ritengo che i casi reali siano almeno il triplo». Il dato, chiarisce, «è comunque di una discesa della curva, anche se il parametro dei decessi è tra gli ultimi a migliorare. La situazione sta cioè migliorando quanto alla gravità della malattia, e ciò si vede dal calo dei ricoveri».

Tuttavia, conclude, «non bisogna abbassare la guardia perché il virus resta presente e può riemergere ancora più fortemente. La vaccinazione resta pertanto l’arma prioritaria».

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