L'ANALISI
11 Agosto 2022 - 18:38
Il sindaco di Castelleone Pietro Fiori
CASTELLEONE - Sangue in piazza. Un omicidio in centro a Castelleone, durante una serata dedicata alle famiglie e al rilancio commerciale: Sogno di una Notte di Mezza Estate. «Un fatto gravissimo. Prima di ogni valutazione o considerazione ulteriore — dice a caldo il sindaco Pietro Fiori — c’è il rispetto e il dolore per una persona che ha perso la vita. Dall’amministrazione, profondo cordoglio e massima solidarietà alla famiglia e agli affetti». La sicurezza era massima, l’intervento dei soccorsi, della polizia locale e dei carabinieri è stata pressoché immediato. Eppure non è bastato.
«Un plauso alla Croce Verde, alle forze dell’ordine che hanno assicurato l’aggressore alla giustizia e alla nostra Protezione civile... Ma resta una tragedia che sconvolge tutti». Non parole di circostanza, le sue. Gli amministratori, infatti, sono subito scesi in campo per gestire la situazione. Tra di loro l’assessore Gianluigi Valcarenghi, con il presidente della Pro loco Antonio Ruggeri: «Abbiamo da subito bloccato la musica, lasciando che continuasse unicamente lo spettacolo dedicato ai bambini. Ciò, anche per distogliere l’attenzione dei più piccoli da quanto stava accadendo». Eppure, nella concitazione del momento, ci sono stati pure comportamenti al limite del surreale. Qualche genitore, preso in braccio il bimbo, è corso davanti al corpo disteso. «Comportamenti e gesti assolutamente da stigmatizzare», lo bolla deciso il sindaco Fiori.
Profondamente turbata anche la comunità parrocchiale. Senatore, con la compagna, aveva avuto un figlio, battezzato a San Latino. Stavano progettando di sposarsi e stavano frequentando insieme un percorso d’avvicinamento spirituale al matrimonio. Lui amava profondamente anche i due figli che la promessa sposa aveva avuto da una precedente relazione.
«Pur non conoscendolo a fondo, l’impressione che ho avuto di lui è stata di un uomo sensibile, capace di comprensione e impegno. La vicenda è sconvolgente e ci fa riflettere sulla gravità dell’ipotesi che la società odierna possa non riconoscere più il valore superiore della dignità umana, di fronte a incomprensioni e contese. Al punto da usare queste ultime come pretesti per togliere una vita». Al Meteora, il bar a pochi metri dalla scena del delitto, ancora c’è poca voglia di parlare. Le fettucce bianche e rosse rimosse poco prima dell’alba, ma negli occhi di tutti c’è ancora la scena del delitto. «Abbiamo sentito le urla e siamo corsi fuori — spiegano le bariste ripercorrendo quegli istanti —: era già finito tutto e quel ragazzo era a terra, insanguinato».
In piazza e sotto i portici non si parla d’altro. «Ho sentito il frastuono, ma nella confusione inizialmente s’è capito poco o nulla. Siamo tutti corsi in strada, ma sono rimasto a distanza per non disturbare i soccorsi. Senatore? Non lo conoscevo personalmente, conosco però la compagna. Brave persone, da quel che so — racconta un commerciante del centro —: Castelleone è una cittadina tranquilla, mai avremmo pensato a qualcosa del genere».
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