L'ANALISI
07 Agosto 2022 - 19:02
CREMONA - Nuove linee guida dall’Istituto Superiore di Sanità. Visti i dati incoraggianti riguardo ai contagi, si è deciso infatti per lo stop all’utilizzo obbligatorio delle mascherine nelle scuole. Basta anche con il distanziamento e le entrate scaglionate. Le regole valgono per tutti, dai 6 ai 19 anni, anche se rimangono ovviamente in vigore una serie di norme che riguardano per lo più il buon senso. Raccomandati frequenti ricambi d’aria, l'utilizzo del gel igienizzante, il distanziamento. E verrà comunque anche mantenuto un referente Covid in ciascun istituto.
«Sono d’accordo e anche felice di questa decisione», spiega Maria Grazia Nolli, preside del liceo classico e linguistico Manin. «La non obbligatorietà da quest’anno scolastico mi sembrava un atto dovuto, considerando che ormai la scuola era rimasta praticamente l’ultimo luogo, escludendo l’ambito sanitario, in cui si doveva portarla. Mantenerne l’utilizzo solo lì sarebbe stato sbagliato e una forzatura, ma si richiederà comunque al personale scolastico e agli studenti un grande senso della responsabilità e anche misure precauzionali sulla stessa linea. Quindi se si è raffreddati o con leggere febbre, per esempio, si dovrà immediatamente restare a casa. Credo che fosse giunto il momento di gestirsi in modo più libero nell’ambito scolastico. Detto questo, vigileremo sempre perché ci si comporti comunque con attenzione, per evitare di ripiombare in spiacevoli conseguenze».
Più dubbioso sul fatto che il provvedimento possa durare a lungo è Flavio Arpini, preside del Liceo Anguissola. «Certo, non posso essere che contento di questa iniziativa, che peraltro era attesa già da qualche tempo, ma resto dubbioso sul fatto che possa durare per più di qualche mese. Per adesso va bene, dunque, ma restiamo consapevoli del fatto che tutto può cambiare addirittura da una settimana all’altra e non me ne stupirei affatto. Noi ci siamo sempre comunque mossi con grande prudenza. Mascherine via sempre e solo oltre il metro e venti di distanza. Ora attendiamo l’inizio delle scuole e vediamo con i primi mesi freddi come si sviluppa la situazione. Nel frattempo, affronteremo tutto con una regola aurea, ovvero quella del buon senso, che non solo è sempre di moda, ma anche perennemente funzionale ad ogni circostanza».
Per Alberto Ferrari, dirigente scolastico del liceo scientifico Aselli, la situazione resta incerta rispetto a quello che potrebbe succedere nei mesi invernali. «Abbiamo imparato negli ultimi tre anni che la situazione è in continua evoluzione e spesso cambia nel giro di pochissimo tempo, ma sono d’accordo pienamente sul fatto che la scuola non potesse rimanere l’unico luogo dove la mascherina era obbligatoria. Il provvedimento però, a mio giudizio, doveva essere associato ad altri legati alla possibilità di avere strumenti preventivi. Perché di fatto, l’indicazione di aprire le finestre mi sembra poca cosa e rimane deboluccia come soluzione. Soprattutto da noi, dove diventa freddo alla svelta. Rimane disatteso, inoltre, un altro provvedimento che sarebbe stato invece molto importante: quello che riguarda il numero degli studenti per classe. Metterne 23/24 per aula, invece di 27/30, avrebbe risolto tante cose dal punto di vista del distanziamento e anche da quello didattico. Quindi continuo a far fatica a capire su che criteri si fanno le scelte. Vedremo cammin facendo cosa comportano queste decisioni piccole e grandi. Si cercherà di fondare alcune scelte sulla responsabilità, certo, così come è vero che il sistema ha retto in passato, in gran parte proprio grazie alla responsabilità dei singoli. Buon anno scolastico a tutti noi».
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