L'ANALISI
02 Agosto 2022 - 05:15
CASALMAGGIORE - Dall’epoca d’oro alle difficoltà, notevoli, generate dalla pandemia. L’epopea del liscio, dopo aver attraversato decenni sulla cresta dell’onda, giunge all’attuale momento non senza difficoltà, come conferma un rappresentante storico del genere, Fausto Tenca di Casalmaggiore, uno dei pochi che ancora resiste strenuamente, con successo.
«Dopo due anni che hanno segnato quasi uno stop totale, a causa del Covid — spiega Tenca —, l’attività è ripresa, ma a stento. Tante Pro loco hanno smesso di organizzare feste in piazza e anche le feste di partito sono calate sensibilmente di numero, così come le manifestazioni nei paesi. Il motivo? Le limitazioni legate al rispetto delle normative per la pandemia hanno scoraggiato molti dal mettersi a organizzare qualcosa. E poi c’è un altro enorme problema: la carenza di volontari. Qualcuno purtroppo è venuto a mancare, per malattia, altri fanno fatica a mettersi a disposizione». Il mondo è cambiato, non è più tempo delle grandi kermesse e i professionisti del liscio sono stati messi alle strette. Anche perché i destinatari del genere, per ragioni anagrafiche, sono più vulnerabili degli altri e anche più cauti nel ritornare ai ritmi di un tempo. La gente balla meno e «spesso prevale la paura». Il distanziamento sociale è finito anche in pista, raffreddando un po’ tutto il clima.
«Un altro guaio — continua Tenca — è la carenza di musicisti. Molti hanno cambiato attività in questi ultimi anni. Non potendo lavorare e magari avendo una famiglia da mantenere, non hanno potuto fare altro, a malincuore. Anche perché gli aiuti governativi sono stati un’elemosina». Il liscio sta pagando caro, insomma, lo scotto della pandemia. Con i vari lockdown, i locali sono stati chiusi e riaperti a ripetizione e, quando il governo Draghi ha sospeso lo stato d’emergenza, molti non hanno più riaperto e diversi sono stati quelli che, per rimettersi in carreggiata, hanno deciso di cambiare rotta, magari sparigliando un po’ le carte, chi con il karaoke, chi con il latino americano. «Chi ha tenuto aperto i locali — osserva Tenca — lo ha fatto perché proprietario, senza affitti da pagare, e perché solido finanziariamente. Altri in condizioni diverse hanno preferito mollare tutto. Lo si può capire».
Poi, però, c’è anche chi non molla, come lo stesso Tenca: «Io quest’anno ho aperto alla grande la stagione con la festa di Quattrocase, una manifestazione molto apprezzata anche perché c’è un’ottima cucina. Quest’anno c’era una marea di gente, è stato bello. Venerdì prossimo sarò alla Zanzarina d’oro a Calvatone, sulle rive dell’Oglio. Poi avrò delle tappe nelle province di Brescia e di Bergamo e chiuderò il 25 agosto alla festa del Pd a Cremona». Non saranno i ritmi di alcuni anni fa, ma si va avanti. Poi c’è da dire che Tenca unisce alle esibizioni tradizionali anche una formula alternativa, sempre all’insegna dell’intrattenimento, affiancando il figlio con l’agenzia «Smile Travel» di Viadana nell’organizzazione di soggiorni: «A giugno siamo stati in Basilicata accompagnando 116 persone, a settembre andremo in Sardegna con 90. Tutte persone di una certa età che da sole non si muoverebbero da casa ma che in comitiva invece riescono a socializzare e a stare bene. E alla sera io suono».
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