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I "GIOIELLI" DIMENTICATI

Il gruppo Crema Amica: «Riprendiamoci gli Stalloni»

Annunciata la «campagna d’autunno»: «Un delitto lasciarli chiusi: comitato e petizione. Chiederemo la collaborazione delle associazioni. Il luogo fa parte a pieno titolo della storia della città»

Paolo Gualandris

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pgualandris@laprovinciacr.it

16 Luglio 2022 - 05:20

Il gruppo Crema Amica: «Riprendiamoci gli Stalloni»

CREMA - Giunta nuova, nodi vecchi che vengono al pettine. Come il futuro dei 30 mila metri quadrati ricchi di storia e di verde in pieno centro città: un gioiello «dimenticato» e soprattutto non fruibile dalla città chiamato ex Stalloni. In campagna elettorale il sindaco Fabio Bergamaschi aveva preso un impegno chiaro: «Bisogna parlare con Regione, che ha in capo la struttura a cui proporrò di cedercela. Chiederemo un comodato d’uso di 99 anni, per farne un micro quartiere con negozi di vicinato, appartamenti protetti per anziani e giovani coppie».


E ora i giovani di Crema Amica, gruppo attivo da una decina d’anni e con una cinquantina di aderenti, sono in pressing per fare seguire alle parole i fatti. «Quale futuro per gli Stalloni e i loro 30 mila metri quadrati in centro città?», si chiedono annunciando la richiesta di un incontro a tutte le amministrazioni interessate e l’intenzione di mobilitare i cremaschi attraverso la costituzione di un apposito Comitato. «Immaginiamoci cosa vorrebbe dire in questo momento di grande calura poter avere aperto un posto del genere per le famiglie, per gli anziani e i bambini: un polmone verde e norme», sottolinea Stefano Ursi, comunicatore del gruppo, spiegando uno dei motivi che li hanno portati a mettersi in azione. «Siamo ormai fuori dalla campagna elettorale e quindi questo ci permette di poter dire che su problemi come questo si deve cercare la più ampia convergenza: l’importante è raggiungere l’obiettivo», gli fa eco il coordinatore Federico Trovati. Non solo istituzioni, assicura: «Chiederemo la collaborazione di associazioni e liste civiche. Questo è un luogo che fa parte a pieno titolo della storia della città. Lasciarlo chiuso è un delitto».

Federico Trovati

Negli Stalloni «ci sono spazi bellissimi, che giustamente gli studenti del Munari avevano già studiato ipotizzando svariate soluzioni di utilizzo, oltre all’ippoterapia, che ovviamente va non solo preservata, ma sostenuta», dicono ancora Trovati e Ursi: «Un convento del 400 e stalli enormi perfetti per ogni impiego possibile». Come accadeva in passato. Per esempio, negli anni Sessanta hanno gareggiato agli Stalloni in occasione di concorsi ippici campioni come gli olimpionici fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo o Graziano Mancinelli». Un luogo che ha ospitato il Mac esposizione per le attività produttive, la fiera agricola. Le iniziative si sono assottigliate nel tempo fino a ridursi allo zero. Ora ospita l’ufficio cremasco del Dunas, il Consorzio di Bonifica Dugali - Naviglio - Adda Serio, «cui va dato atto di aver contribuito a ben conservare il sito. Sono stati custodi perfetti. Non dimentichiamo che si tratta di un bene bene pubblico che la Regione ha avuto in dono dal Demanio».

Stefano Ursi


«Senza polemiche ma con uno spirito collaborativo, assicurano a Crema Amica, «chiederemo al sindaco di trovare una soluzione, sapendo però bene che non è un problema solo per addetti ai lavori». Cittadinanza attiva è la loro parola d’ordine: «È necessaria anche la partecipazione dei cittadini. Non ci interessano i discorsi ideologici e di schieramento politico». Questi i prossimi passi: a settembre Crema Amica organizzerà una raccolta di firme creando un Comitato di cittadini e avvierà il dialogo anche con la Regione. Certo, in caso di vittoria della campagna pro riapertura alla città degli Stalloni, sarà necessario trovare adeguati finanziamenti.

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